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Simongini, per chat su Report interesserò il Garante Privacy

Simongini, per chat su Report interesserò il Garante Privacy

"Su questione Galleria Russo disposto ad andare in Tribunale"

ROMA, 28 ottobre 2024, 19:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una "manipolazione" di fatti e documenti che "mi ha addolorato umanamente", "scorretta" e con "una ricostruzione dei fatti completamente falsa". La messa in onda delle inchieste di Report sull'organizzazione della grande mostra sul Futurismo alla Gnam "addolora" il curatore e critico d'arte Gabriele Simongini che annuncia: "sulla diffusione di chat riservate interesserò il Garante della Privacy". E questo "anche se da quelle non è uscito nulla di compromettente". Per Simongini, inoltre, sono state dette falsità anche sulle opere messe a disposizione dalla Galleria Russo su cui è pronto, se costretto, ad arrivare "fino in tribunale". "Umanamente sono rimasto molto addolorato per le chat amichevoli divulgate dai colleghi Dambruoso e Carpi a mia insaputa. E per l'uso fatto di queste chat che erano nate per difendere loro. Questo è un fatto umanamente e professionalmente scorretto" dice Simongini che, a proposito dell'articolo scritto su Dambruoso per il Tempo parla anche della "dolorosa scoperta che mi aveva utilizzato per cercare di agganciare l'ex ministro Sangiuliano". La ricostruzione fatta su Report, aggiunge, è "completamente falsa.
    Così come le accuse al gallerista Russo" su cui si dice disposto a mostrare la sua verità "anche in Tribunale". "Le opere attribuite alla Galleria Russo non sono sue ma di collezionisti privati, alcuni miliardari, che per ragioni di riservatezza hanno chiesto a lui un servizio di intermediazione. Nella trasmissione invece si è fatto capire che le pressioni politiche gli avrebbero comportato dei vantaggi economici". Inoltre "Mollicone l'ho conosciuto ma non ho mai avuto nessuna pressione da lui, né da Russo, persona che conosco da quando eravamo bambini. Mi dispiace molto che si continuai a tirare questa mostra da una parte e dall'altra solo per motivi politici: è diventata un terreno di scontro tra sinistra e destra. Ma né il Fururismo nè Marinetti se lo meritano" Rimane il fatto che quella situazione dei collaboratori e organizzatori delle varie sezioni della mostra poteva essere gestita meglio? "Su Dambruoso, a onor del vero, nel corso del lavoro mi sono arrivate lamentele, critiche che hanno portato anche a rifiuti da parte di collezionisti importanti per il fatto che ci fosse lui a collaborare. Io stavo perdendo dei prestiti a causa sua: quando si è avuto notizia che era stato estromesso mi hanno ridato le opere. Tra questi c'era anche un'importantissima collezione svizzera che non voleva darci un'opera che poi ci ha dato". "Quanto a Carpi, lui ha collaborato fino ad un certo punto quando loro non hanno più condiviso la direzione che stava prendendo la mostra. Ma stava diventando una mostra gigantesca, con 650 opere, e facendo con l'architetto lo sviluppo degli spazi ci siamo accorti che stava diventando noiosa per il pubblico. Quindi abbiamo deciso di fare una mostra con meno opere e di privilegiare una maggior godibilità e popolarità.
    Questo Carpi non l'ha condiviso".
   

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