Le riunioni segrete,
l'organizzazione e poi la partenza precipitosa, in piena notte,
attraverso il giardino privato per raggiungere il Tamigi, da lì
Dover e, infine, la salvezza sulle coste francesi dopo la
traversata su una piccola barchetta di legno. È Francesco Riva,
pittore bolognese della bottega del Guercino e guardarobiere di
Maria Beatrice d'Este, a raccontare nei dettagli la fuga da
Londra della regina, moglie di Giacomo II Stuart, e del piccolo
Principe di Galles, di soli cinque mesi, il futuro Giacomo III
pretendente al trono, avvenuta intorno alla metà di dicembre del
1688 per mettersi in salvo dalla "Gloriosa Rivoluzione", il
colpo di stato per mano di Guglielmo d'Orange che portò alla
deposizione del sovrano convertito al cattolicesimo.
Il racconto autografo di Riva, ideatore ed esecutore
materiale della fuga, compilato nell'agosto 1689 e indirizzato
"Ai miei dilettissimi parenti…" a futura memoria e gloria per la
sua "casa", è parte della collezione delle carte che documentano
la fuga dall'Inghilterra della regina Mary of Modena acquisita
dall'Archivio storico del Comune di Modena, che l'ha acquistata
dalla libreria antiquaria Docet di Bologna.
Un acquisto, commenta l'assessore alla Cultura Andrea
Bortolamasi, che "arricchisce ulteriormente il patrimonio del
nostro Archivio Comunale, grazie alla preziosa collaborazione
con la Regione Emilia-Romagna. Continua, così, il nostro impegno
nella conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico
della nostra città. L'Archivio storico del Comune è una scoperta
quotidiana, un istituto culturale centrale nella vita della
città sul quale continueremo a investire".
L'acquisizione è stata possibile grazie a una convenzione
sottoscritta con la Regione Emilia-Romagna, che ha finanziato
l'acquisto per l'intero ammontare di 25mila euro. Obiettivo
dell'acquisto è non solo accrescere e arricchire il patrimonio
dell'Archivio Storico comunale, ma anche salvaguardare
l'integrità del nucleo di documentazione, unico e di particolare
interesse storico, preservandolo da possibili future dispersioni
e garantendone la libera fruizione da parte del pubblico e degli
studiosi.
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