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Juliette Binoche, divento umana tra i ghiacci

Juliette Binoche, divento umana tra i ghiacci

Festival Berlino apre con 'Nessuno vuole la notte' della Coixet

BERLINO, 06 febbraio 2015, 12:34

dell'inviato Francesco Gallo

ANSACheck

Juliette Binoche a Berlino © ANSA/EPA

Juliette Binoche a Berlino © ANSA/EPA
Juliette Binoche a Berlino © ANSA/EPA

(ANSA) - BERLINO, 5 FEB - Una lunga storia di ghiacci, amore e solidarietà femminile, ispirata a una vicenda vera, è quella che aprirà stasera con Nessuno vuole la notte di Isabel Coixet la 57/a edizione del Festival di Berlino.

Apertura traballante, almeno a giudicare dalle impressioni della prima stampa, e anche da un certo nervosismo della stessa regista in conferenza. Super-protagonista di questo blockbuster europeo una Juliette Binoche che ha ricordato come "la natura estrema possa trasformare in meglio una signora della New York bene e farla diventare un essere umano".

Siamo in Groenlandia nel 1909. Josephine Peary (Binoche) è una donna, innamorata di suo marito, il celebre avventuriero artico Robert Peary, un uomo che ha un solo desiderio: piantare, prima di ogni altro, una bandiera al centro del Polo Nord. Così per lui, che sembra disperso da giorni e giorni, Josephine si avventura tra i ghiacci e nella notte del Polo, mettendo a rischio uomini e cani da slitta. Un'avventura che la trasformerà lentamente da donna borghese in un essere umano. Quando arriva all'ultimo campo base non trova il marito, che sembra si sia spinto ancora più avanti, ma una inuit di nome Allaka (Rinko Kikuchi) che scoprirà aspettare un figlio dal marito. Tra le due donne nascerà una solidarietà tutta femminile, specie quando si ritroveranno ad affrontare l'inverno abbracciate in un igloo nel nulla. Una solidarietà, la loro, che si rafforza con la morte del neonato.

Nel film, una coproduzione Spagna-Francia-Bulgaria, oltre al premio Oscar Juliette Binoche (Il paziente inglese) e a Rinko Kikuchi (Babel, The Brothers Bloom) c'è anche, nel ruolo di un esploratore, Gabriel Byrne. "Sul set non abbiamo avvertito freddo - ha raccontato la Binoche -. In realtà abbiamo girato in studio e faceva caldissimo. Ho letto poi i libri scritti da Josephine Peary, ma devo dire che è stata la sceneggiatura che mi ha influenzato di più. Il mio personaggio - ha sottolineato - scende dal piedistallo, perde orgoglio e diventa finalmente umano. Questo è l'insegnamento del film".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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