"Quando nel 2019 ho letto il libro di Fabio Bartolomei da cui è tratto il film ho sorriso e pianto.
Era una storia importante che racchiudeva una combinazione di emozioni non facili da tenere in equilibrio, ma l'autore c'era riuscito in modo meraviglioso.
Allora mi sono chiesto: si può raccontare l'orrore senza mai mostrarlo? E lo si può narrare attraverso lo sguardo disincantato e inconsapevole di tre bambini di nove anni?". Così oggi a Roma Claudio Bisio racconta la sua prima regia con L'ultima volta che siamo stati bambini, che sarà in sala dal 12 ottobre in 350 copie distribuite da Medusa.
Una storia che ricorda per il clima La vita è bella di Roberto Benigni, con quattro bambini che giocano alla guerra nella Roma degli anni Quaranta mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo (Vincenzo Sebastiani) è il ricco figlio del Federale (Bisio in un cameo), Cosimo (Alessio di Domenicantonio) ha il papà al confino, Vanda (Carlotta De Leonardis) è orfana, Riccardo (Lorenzo McGovern Zaini), infine, viene da un'agiata famiglia ebrea. Ma il 16 ottobre quest'ultimo viene portato via dai tedeschi dal Ghetto. Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere dov'è e decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberarlo.
Dopo la loro scomparsa, due adulti partono per riportarli a casa: Agnese (Marianna Fontana), suora dell'orfanotrofio in cui vive Vanda, e Vittorio (Federico Cesari), fratello di Italo. Lei odia la violenza e lui invece è un eroe di guerra fascista: sono davvero diversi, tanto da litigare e forse coinvolgersi anche un po' sentimentalmente.
"Il libro e la sceneggiatura di questo film sono di molto antecedenti alla guerra ucraina - sottolinea Bisio in conferenza stampa - e con questo lavoro non abbiamo certo immaginato di volerla fermare, ma abbiamo sperato invece che possa far riflettere". Voglia di tornare a fare il regista? "Mi è piaciuto molto, ma ho anche capito di quanto sia impegnativo farlo, comunque per ora non ci penso proprio".
E che l'opera prima di Bisio sia riuscita nell'intento di mescolare leggerezza e dramma, lo dimostra il messaggio rivolto a Bisio dalla senatrice a vita Liliana Segre. "Caro Claudio, ho molto apprezzato il tuo film perché hai saputo rendere la freschezza e l'innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che c'è sullo sfondo. Un abbraccio Liliana". Parole lette in conferenza stampa da Antonella Di Castro, vicepresidente assessora alla cultura della comunità ebraica di Roma.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA