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Costner, 'i politici americani pensano solo alle loro poltrone'

Costner, 'i politici americani pensano solo alle loro poltrone'

Al Magna Grecia, "peccato per accoglienza Horizon, vado avanti"

ROMA, 29 luglio 2024, 18:54

di Francesco Gallo

ANSACheck
Kevin Costner al Magna Graecia Film Festival. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Kevin Costner al Magna Graecia Film Festival. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Glissa sulle domande politiche, è dispiaciuto dell'accoglienza tiepida nelle sale americane del suo Horizon, ma fa anche capire che è un vero cowboy, uno che va dritto per la sua strada, uno che non segue le mode. Così stamani un rilassato Kevin Costner a Catanzaro, al Magna Graecia Film Festival 2024, incontra la stampa per parlare principalmente di Horizon - An American Saga, già fuori concorso al Festival di Cannes 77 e dal 4 luglio in sala con Warner la prima delle due parti, mentre la seconda, che doveva arrivare il 15 agosto, è stata fatta slittare. Intanto la politica. "Innanzitutto - esordisce Costner che si guarda bene dal citare Trump e Kamala Harris evocati nella domanda - intendo andare a votare per esercitare quel diritto per cui moltissime persone hanno combattuto. I politici Usa - aggiunge - dovrebbero preoccuparsi di far migliorare la nostra vita, non la loro. Credo sia importante che non si preoccupino solo di rimanere in carica per il resto della propria vita" dice ancora Costner che per realizzare questa serie ha messo mano ai suoi soldi. Anche quando gli si chiede se l'eroina della serie, Sienna Miller, possa ricordare Kamala Harris, il cuore 'democratico' del regista non si fa troppo coinvolgere e dice: "Non esiste un western senza una donna". "Peccato - aggiunge poi - che Horizon non sia stato accolto come avrei voluto in America in sala, me la stessa cosa era successa con Fandango nel 1985. La fiducia in un film purtroppo si riduce oggi ai risultati al botteghino del primo weekend. Credo invece che l'unico modo per giudicare un'opera sia la sua durata nel tempo, un qualcosa che possa continuare con i tuoi figli e poi con i tuoi nipoti". E dal regista-attore la conferma poi a Catanzaro di aver già girato la seconda parte di questa quadrilogia: "Non so se effettivamente questi quattro film siano per me più importanti di qualsiasi altro mio lavoro, ma sono molto orgoglioso perché è un viaggio in America realizzato da europei" (la prima parte si svolge in un periodo di quindici anni prima e dopo la Guerra Civile). Perché questo viaggio? "Siamo un paese molto giovane e questo andare verso il west ha soddisfatto la realizzazione dei sogni di molti europei, magari vostri antenati, questo però purtroppo ha comportato anche lo schiacciamento, l'eliminazione di persone, di nazioni, di popoli che vivevano lì da 15.000 anni come i Nativi americani. C'erano allora in America novanta milioni di bufali, veniva considerato il giardino dell'Eden, qualcosa di non toccato, infinito. E le persone che vivevano in Europa, soprattutto quelle delle classi più basse, sapevano che c'era un posto al di là dell'oceano dove c'era una terra sterminata, una terra infinita che potevi andare a prendere". Horizon - An American Saga di Costner racconta infatti l'ombra lunga e sanguinosa del sogno americano. Dopo il capolavoro Balla coi lupi del 1990 (sette Oscar) e la serie Yellowstone, l'attore regista torna al western vestendo questa volta i panni di Hayes Ellison, un uomo che si fa gli affari suoi e cerca di vivere in pace in un mondo pericoloso, ma capace anche di qualsiasi cosa se provocato. Al fianco di Costner troviamo tra gli altri Sienna Miller, Sam Worthington e Jena Malone.

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