(di Francesco Gallo) Da Diva Futura a Queer fino a Love e Babygirl, questo il poker declinato all'erotismo nella 81/ma edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto - 7 settembre).
Ce n'è per tutti i gusti,
dalla nascita dell'industria del porno in Italia all'analisi di
come sono cambiati i comportamenti sessuali, dai rapporti
sadomaso fino a quel Queer di Luca Guadagnino che dà voce al
romanzo scandalo di William Burroughs.
Intanto Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt è la storia
dell'omonima agenzia di casting e produzione di Riccardo
Schicchi (Pietro Castellitto).
Siamo negli anni '80/'90 e
Schicchi con la sua agenzia fa una piccola rivoluzione della
cultura di massa nel segno dell'amore libero. Sotto la sua guida
Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger diventano icone pop del
mondo del porno e, soprattutto, entrano nelle case degli
italiani grazie al boom delle tv private.
La parola 'pornostar' è sdoganata e Ilona Staller, detta
Cicciolina, nel 1991 fonda assieme alla collega Moana Pozzi il
Partito dell'Amore, che lotta per la liberalizzazione
dell'educazione sessuale.
Questo incredibile pezzo di storia italiana è visto attraverso
lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell'agenzia con un
mutuo sulle spalle.
In Babygirl, thriller erotico della regista Halina Reijn,
"Nicole Kidman è Romy, una manager insoddisfatta che cerca
conforto in un rapporto sadomaso con Harris Dickinson", così
sintetizza il direttore Alberto Barbera. Si tratta di una
potente donna d'affari che mette a repentaglio la sua vita
professionale e personale quando intraprende una relazione
segreta e intensa con il suo giovane stagista (Harris
Dickinson).
Banderas interpreta il marito della Kidman, mentre Sophie Wilde
(Talk to Me) l'assistente della CEO. Jean Reno, infine, completa
il cast nel ruolo di un dirigente di un'azienda rivale.
"Tutti noi abbiamo una piccola scatola nera piena di fantasie e
tabù che vorremmo non condividere mai con nessuno - dice la
regista di origine olandese -. Sono affascinata dalla dualità
della natura umana e con questo film ho cercato di far luce,
senza giudizio, sulle forze opposte che compongono le nostre
personalità. Per me, il femminismo è la libertà di esplorare la
vulnerabilità, l'amore, la vergogna, la rabbia e la bestia
interiore di una donna. Invecchiare - continua - significa
affrontare l'infinità di tutto. A metà della nostra vita, non
possiamo più nasconderci e dobbiamo confrontarci con i nostri
demoni interiori. Più sopprimiamo la nostra ombra, più il nostro
comportamento può diventare pericoloso e dirompente. La
relazione al centro di Babygirl permette a Romy e Samuel di
esplorare la loro confusione riguardo al potere, al genere,
all'età, alla gerarchia e all'istinto primordiale. Nonostante la
sua natura proibita, la gioia di quell'esplorazione è
liberatoria, persino curativa."
Love di Dag Johan Haugerud è "il terzo film di una trilogia
sull'analisi dei comportamenti sessuali in contrasto con le
norme sociali e che si interroga sulle disparità delle donne
rispetto agli uomini".
Il regista mette in scena due operatori sanitari: Marianne, un
medico sulla quarantina che non desidera una relazione stabile e
Tor, un infermiere aperto e libertino che condivide con lei una
visione libera e non convenzionale delle relazioni sentimentali
e sessuali: incontri brevi, passionali, non impegnativi.
Intrigata da questa prospettiva, Marianne comincia a chiedersi
se possa fare al caso suo.
Si tratta del terzo capitolo della trilogia Sex, Dream e Love,
il cui primo aveva fatto scalpore a Berlino lo scorso anno. In
particolare, Love s'interroga sulla disparità delle aspettative
sociali nei confronti della cosiddetta libertà sessuale delle
donne, in relazione a quella degli uomini, e in particolare
degli omosessuali.
Queer di Luca Guadagnino, tratto dal romanzo omonimo di William
Burroughs, è anche il sogno che si avvera del regista siciliano.
Siamo nel 1950 a Città del Messico e Lee (Daniel Craig) è un
americano espatriato e droga addicted che passa le sue giornate
quasi del tutto da solo. L'incontro con Eugene Allerton,
militare della Marina in congedo con la stessa dipendenza, lo
illude per la prima volta della possibilità di stabilire
finalmente una connessione intima con qualcuno.
Il tutto girato a Cinecittà e con qualche escursione in Sicilia.
L'autore del romanzo 'Queer, che in Italia ha avuto diversi
titoli, da 'Diverso' a 'Checca', prima di approdare da Adelphi
con il suo titolo originale, è uno dei libri di uno dei padri
della beat generation. Ma 'Queer' sarà anche un omaggio a uno
dei film cult preferiti di Guadagnino, Scarpette Rosse di Powell
e Pressburger, "il massimo esempio di melodramma, un'opera che
ho rivisto almeno cinquanta volte prima di iniziare le riprese".
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