(di Mauretta Capuano)
DAVID LOPEZ, IL FEUDO, (SELLERIO, PP
227, EURO 16)
Caso editoriale in Francia con il romanzo d'esordio 'Il feudo',
David Lopez racconta una generazione di trentenni "sospesa" tra
la periferia e la campagna, né sobborgo, né quartiere chic, con
protagonista il pugile Jonas e i suoi amici. "C'è questa
dimensione dell'essere a metà tra due mondi, sia dal punto di
vista geografico, tra la città e la campagna, sia dal punto di
vista sociale. I personaggi cercano sempre di capire chi siano
ma non sanno mai chi sono. E alla fine questa ricerca della
propria identità trova una risposta positiva soltanto nello
stare insieme" racconta all'ANSA Lopez, 35 anni, originario di
Nemours, al centro della Francia, che fa pugilato, ha un talento
particolare per la scrittura e uno stile tutto suo fatto di
oralità e linguaggio letterario.
"I ragazzi del romanzo non riescono a ritrovarsi nelle
aspettative che la società ha nei loro confronti. E' tutto molto
sospeso ed è questa sospensione a tenere insieme la mancata
capacità di decidere da parte dei personaggi. La domanda da
porsi è: quali sono le scelte da fare in base a chi si è
davvero?" dice Lopez al suo arrivo alla fiera della piccola e
media editoria Più libri più liberi alla Nuvola di Roma.
L'ambientazione della storia - che alterna momenti divertenti
all'amarezza e vede questo gruppo di amici scandire il tempo al
ritmo delle canne "è una scelta che viene un po' dal caso, ma
soprattutto è stata - dice lo scrittore - una mia urgenza perché
riporta tutto a una realtà che conosco bene. Questa città è
indefinita: è un po' Nemours, ma potrebbe essere qualsiasi luogo
della Francia. La sua caratteristica principale è la distanza
dalla metropoli".
La precisione nel raccontare è invece una cosa a cui tiene
molto Lopez, che con 'Il feudo', pubblicato in Italia da
Sellerio nella traduzione di Marina Di Leo e Giulio Sanseverino,
ha vinto il Prix du Livre Inter 2018. "Subisco molto la
fascinazione della scomposizione dei gesti. Così descrivere
lentamente i passaggi del fumare una canna mi ha permesso nel
libro di dilatare il tempo facendo entrare il lettore nella
narrazione. Ci sono possibilità diverse delle conseguenze del
fumo: ci può essere uno stadio della vita in cui fumare a certi
livelli può diventare nefasto, ma, per questi ragazzi che non
sono ancora adulti e non più adolescenti, la cannabis è uno
strumento per procrastinare le decisioni, per spostare sempre in
avanti qualcosa che si sente come pressione esterna" sottolinea
Lopez.
Jonas è un pugile di un certo talento e ha una ragazza che lo
chiama per fare sesso ma da lui non vuole altro. Trascorre le
giornate con il suo gruppo di amici, che sono gli stessi delle
elementari , giocando a carte, litigando, parlando di boxe.
Senza particolari passioni o forme di protesta, semplicemente
sentendosi sicuro in questo "feudo". "Non volevo trovare in
questo libro delle scuse a un certo modo di vivere, né
giudicare. In questo modo si possono mostrare molti più aspetti
umani dei personaggi. L'umanità viene fuori dall'umorismo, dal
fatto che si ride pur essendoci molta amarezza. C'è anche la
noia e nello stesso tempo passività e inventiva" sottolinea lo
scrittore che ha le mani piene di anelli colorati.
"Il rapporto tra Jonas e la boxe è un po' come il mio con la
letteratura. Ci sono persone che mi dicono continuamente che ho
del talento ma io non ci credo. La boxe è anche lo sport
perfetto per descrivere ogni movimento muscolare e quindi della
narrazione" racconta Lopez che vive sempre a Nemours e non ha
cambiato vita.
"La mescolanza di lingua orale e letteraria è arrivata dopo
aver provato a scrivere in maniera più tradizionale, come mi
aspettavo che dovesse essere un romanzo. Ma per me non
funzionava e ad un certo punto ho capito che questo ambiente non
poteva venir fuori che dal linguaggio che io ho usato. Questo mi
ha liberato da quella visione di letterarietà che un romanzo
dovrebbe avere secondo alcuni canoni" sottolinea.
Il successo in Francia "mi ha dato molta fiducia perché 'Il
feudo' è nato come una scommessa. Mi ha dato molta sicurezza, ma
nello stesso tempo ho sentito che per scrivere ho bisogno di
sentire la fragilità del rischio. Per dare il meglio devo
trovarmi in sfida con me stesso" afferma e annuncia che il
romanzo è stato opzionato per farne un film, "ma è tutto nella
fase di costruzione. Il copione dovrebbe essere pronto il
prossimo autunno".
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