LUCIANA MARTINI, ADDIO AL PIANETA TERRA (Edizioni Readerforblind, pp.164, 16 euro).
Un bambino in preda all'angoscia che ogni giorno guarda dalla finestra per vedere se fuori qualcosa è cambiato; la paura che serpeggia e cresce, coinvolgendo le persone e tutto intorno; e poi quando il terrore diventa realtà la fuga in massa verso delle ignote "Città chiuse" per salvarsi da una guerra nucleare che minaccia la Terra.
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"Addio al pianeta Terra", il romanzo fantastico di Luciana
Martini, pubblicato per la prima volta nel 1965 da Bompiani con
la prefazione di Gianni Rodari. Nel libro, che si colloca a metà
tra fantascienza e romanzo di formazione, l'autrice si sofferma
sul vuoto e sul tempo per raccontare le responsabilità degli
adulti in contrasto con la purezza dei bambini, e offre al
lettore, pur nel contesto angoscioso, la speranza di un futuro
in cui l'umanità possa ritrovare la fratellanza grazie al
sentimento dell'amicizia. Il romanzo inoltre riflette sul crollo
delle certezze dell'infanzia e sulla ricerca di ogni uomo di una
ragione per vivere, oltre a un riferimento al contesto politico
del dopoguerra. "Martini ha sondato un genere - la distopia
apocalittica - poco frequentato dalle scrittrici donne, e spesso
ingiustamente sottovalutato", si legge nella nuova prefazione di
Valentina D'Urbano, "in realtà, siamo davanti a qualcosa di
molto complesso e stratificato. Pubblicato per la prima volta
nel 1965, Addio al pianeta terra contiene in sé tutta
l'incertezza del periodo storico: siamo nel pieno della guerra
fredda, ci troviamo temporalmente molto vicini alla crisi dei
missili di Cuba. La minaccia di un conflitto nucleare pervade
l'immaginario collettivo".
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