FABIO FLORINDI, 'PERICOLOSI SOVVERSIVI.
STORIA DEL CENTRO SOCIALISTA INTERNO 1934-1944 (ARCADIA EDIZIONI, PP 213, EURO 14).
Non tutta l'Italia si piegò
alla dittatura. In tanti si chiusero in un silenzio ostinato, ma
non appoggiarono mai il fascismo. Qualcuno combatté apertamente
il regime. Una scelta coraggiosa quanto suicida. Su questa
pagina misconosciuta si addentra il libro del giornalista Fabio
Florindi, 'Pericolosi sovversivi. Storia del centro socialista
interno (1934-1944)', edito da Arcadia Edizioni.
Il volume mette in luce due vicende profondamente diverse. La
prima è quella del centro socialista milanese, che si sviluppa
tra il 1934 e il 1939. Si tratta della prima organizzazione
clandestina del Psi che cerca di ricostruire una rete socialista
nel Paese schiacciato dal fascismo. Alcuni dei suoi protagonisti
diventeranno un punto di riferimento nella ricostruzione
dell'Italia dopo la guerra, come Rodolfo Morandi, Lucio
Luzzatto, Lelio Basso e Antonio Greppi; altri saranno dei
martiri della Resistenza come Eugenio Colorni ed Eugenio Curiel.
Quando il centro milanese viene smantellato ci sono un paio di
anni di 'buco', poi un centro interno socialista riappare a
Genova alla fine del 1941.
La nuova organizzazione fa riferimento al centro estero di
Zurigo, organizzato da Ignazio Silone. Peccato che, però, a
dirigerla è una spia della polizia in contatto diretto con la
questura di Genova. Una storia, questa, di spionaggio e
sotterfugi che intralcerà il lavoro di ricostruzione del
socialismo italiano portato avanti dallo scrittore e saggista.
Un libro attento, preciso, documentato, ma allo stesso tempo di
lettura facile nella tradizione del miglior giornalismo storico.
Florindi, cronista e redattore politico dell'Agi, 41 anni, nato
a Pescara e milanese d'adozione, compone un quadro degli
avvenimenti innovativo e interessante.
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