(di Paolo Petroni) Docente di storia della filosofia medievale e di storia della filosofia alla Sapienza a Roma, Tullio Gregory (1929-2019) è sempre stato studioso di alto profilo e impegno intellettuale che verrà messo in luce domani in una giornata di studi organizzata dall'Accademia dei Lincei, di cui Gregory era socio nazionale dal 1987.
L'apertura è affidata a Jean-Robert Armogathe (École Pratique
des Hautes Études) che illustrerà la genesi della ragione
classica nel suo pensiero.
A seguire Giuseppe Cambiano (Scuola
Normale) su Gregory studioso delle lingue della filosofia e
quindi Enrico Menestò (Università di Pisa); Michele Ciliberto
(Scuola Normale); Paolo Galluzzi (Museo Galileo); Giovanni
Paoloni (Sapienza)e Marco Guardo (Direttore Biblioteca Accademia
dei Lincei). Cui si aggiungeranno le testimonianze di Massimo
Bray, direttore editoriale dell'Istituto Enciclopedia Italiana;
Enrico Pasini, direttore dell'Istituto per il Lessico
Intellettuale Europeo e Storia delle Idee - ILIESI e Michelina
Borsari, primo direttore scientifico del Consorzio per il
Festival della Filosofia. Lavori che si potranno seguire anche
in streaming su
https://www.lincei.it/it/dirette-streaming-dei-lincei.
Accanto ai suoi studi, Gregory infatti si è sempre dedicato
con passione alla alta divulgazione con la sicurezza
dell'importanza fondamentale della cultura come elemento di
emancipazione e autonomia. Così eè stato directeur d'études
all'Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi (1975-77,
1985-86) e docente alla Sorbona (1986-87) che gli ha conferito
la laurea honoris causa nel 1996 e assieme fu tra i fondatori e
membro sin dall'inizio del Comitato scientifico del Festival
Filosofia di Modena, in cui sottolineava sempre l'incoraggiante
partecipazione di giovani. Gregory ha promosso nel 1964 il
gruppo di ricerca CNR del Lessico Intellettuale Europeo (Centro
CNR dal 1970, poi Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo
e Storia delle Idee, ILIESI, dal 2001), di cui è stato direttore
dalla fondazione, ma ha sempre contemporaneamente lavorato alla
Treccani, sin dal 1951, dove ha diretto la sezione di storia
della filosofia e del cristianesimo e ha guidato e ideato molte
delle opere e linee di sviluppo dell'Istituto della Enciclopedia
Italiana, così come ha promosso tra Parigi e Roma alcune grandi
mostre legate ai Lincei, da quella dedicata all'Accademia nei
cento anni dell'Italia unita nel 2011 a quella per il
bicentenario Verdiano nel 2013.
E' in questa linea, per esempio, che si batté e fece parte
dei promotori della digitalizzazione del patrimonio
bibliotecario italiano (fu combattivo presidente della
commissione Biblioteca Digitale Italiana del ministero) da
studioso aperto che, proprio in collegamento con i suoi
interessi principali, si è trovato a ritenere di non doversi
tirare indietro se chiamato a agire in prima persona, dopo le
sue critiche, denunce, soluzioni proposte, entrando così in
tante commissioni ministeriali legate a problemi universitari o
ai beni culturali, alla Treccani, al Cnr, e persino alla Rai,
dove fece parte nel 1993 del Cda cosiddetto dei professori: "Chi
invita alla ragione, chi pretende venga messa al centro dei
problemi e le riflessioni - diceva - dovrebbe sentirsi poi in
dovere di impegnarsi usandola nei confronti degli altri e con
gli altri".
La sua vasta bibliografia è tutta ispirata a quell'idea di
filosofia come "modo di riflettere sulle condizioni umane
storiche e culturali, strumento che aiuta nel tempo a crearsi
una metodologia e dà suggerimenti per intendere meglio la realtà
in cui ci si muove". Tra le sue tante opere: Platonismo
medievale. Studi e ricerche (1958), Scetticismo ed empirismo.
Studio su Gassendi (1961), Etica e religione nella critica
libertina (1986), Mundana sapientia. Forme di conoscenza nella
cultura medievale (1992), Sapor mundi (1999), Genèse de la
raison classique de Charron à Descartes (2000), Origini della
terminologia filosofica moderna (2006), Principe di questo
mondo. Il diavolo in Occidente (2013) sino all'ultimo Michel de
Montaigne o della modernità (2016) su cui ha fissato la propria
attenzione perché fu "il primo a intuire gli effetti della
scoperta del nuovo mondo".
Così il suo impegno morale in una vita che potremmo definire
per molti aspetti ascetica ha poi risvolti invece di
partecipazione e godimento della materialità dell'esistenza,
tanto che a un certo punto è diventato un noto gourmet, strenuo
difensore della tradizione della grande cucina che "è un fatto
culturale", collaborando al Sole 24 ore e, per esempio,
spiegando i 'Menù filosofici' che curava per i ristoranti di
Modena durante il Festival Filosofia, convinto che "ognuno deve
impegnarsi a fare al meglio quel che fa, anche un piatto di
spaghetti alla amatriciana" e spiegando che "a tavola forse
troviamo davvero quella verità intera, piacevole, morbida,
profumata che possiamo non solo contemplare ma gustare, come
volevano i mistici medievali". Scritti usciti postumi nel 2021
col titolo L'eros gastronomico.
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