(di Mauretta Capuano)
ELIZABETH STROUT, LUCY DAVANTI AL
MARE (EINAUDI, PP 223, EURO 19,00)
La pandemia vissuta attraverso gli occhi e la mente della
scrittrice Lucy Burton, la paura che annienta, la sensazione del
mondo "in sordina" e l'amore che unisce. Elizabeth Strout,
l'autrice di Oliver Kitteridge, Premio Pulitzer nel 2009, nel
suo ultimo romanzo Lucy davanti al mare, pubblicato da Einaudi
nella traduzione di Susanna Basso, ci mostra la vita sconvolta
dall'arrivo di un nuovo virus letale entrando nel cuore e nella
mente di personaggi indimenticabili.
"Non era mai successo prima che io scrivessi qualcosa in
tempi così ravvicinati rispetto all'evento che raccontavo. In
questo caso avevo appena finito di scrivere Oh William! e avevo
ancora molto Lucy e William nella testa. La pandemia era appena
iniziata e ho pensato che forse avrei potuto fare un epilogo a
Oh William!, ma il finale mi piaceva così tanto che quindi ho
voluto scrivere una cosa a parte" racconta all'ANSA.
In Oh William!, uscito nel 2022 per Einaudi, Lucy parla del
suo primo marito, padre delle sue figlie. Ed è William,
scienziato con cui è stata sposata per vent'anni e per
altrettanti divorziata, che porterà Lucy da New York nel Maine
quando scoppiano i primi casi di Covid. "Anch'io, come molti
altri, non l'ho vista arrivare" sono le prime parole di Lucy
sulla pandemia, nel libro. "Quando ho capito che il Covid non
sarebbe durato soltanto poche settimane ho colto l'occasione di
vedere ancora, in quel momento, il mondo attraverso gli occhi,
la mente e la testa di Lucy ed è così che sono riuscita a
scrivere questo romanzo" afferma Strout che dopo tanti anni a
New York è tornata a vivere nel Maine, dove è nata.
Lucy davanti al mare la ha aiutata a sopportare meglio quel
momento traumatico? "Non inizio mai a scrivere partendo da
un'idea, ma dai personaggi. In quel periodo stava accadendo
quella cosa nel mondo e pensavo dovesse succedere anche a Lucy.
Era talmente difficile e traumatico che, ripensandoci oggi,
penso che questa fase della scrittura mi abbia aiutata a
superarlo. Da molti punti di vista non ricordo nemmeno di averlo
scritto questo libro. Cioè me lo ricordo e non me lo ricordo".
Nel romanzo colpisce la figura di una madre fantastica, una
madre buona inventata da Lucy con la quale la scrittrice
dialoga. "'Mamma, aiutami, sono così spaventata!' ho detto alla
madre inventata". Cosa rappresenta? "Non so mai dire
esattamente come si sono creati i personaggi, ma in questo caso
ho pensato: 'Lucy è una persona piena di immaginazione e quindi
può inventarsi una madre fatta su misura'. Lucy amava la sua
vera madre ma lei non era particolarmente reattiva all'affetto
della figlia. Mi è sembrata perfetta l'idea che se ne inventasse
una di sana pianta".
Torna anche Olive Kitteridge, come mai? "Perché abitano nella
stessa zona. Non l'ho pianificata consapevolmente come cosa, ma
ad un certo punto mi sono resa conto che in effetti c'era una
connessione fra loro e quindi potevano interagire e Olive poteva
ricomparire".
Quanta autofiction c'è nei suoi libri? "Assolutamente nulla.
Io invento i miei personaggi oppure mi arrivano, non so
esattamente da dove. Sono per me molto reali, li percepisco come
tali, li abito, ne scrivo ma io non sono Lucy, non sono Olive".
Come vede il post pandemia? "Lo stato del pianeta in questo
momento è davvero terrificante. Sono molto preoccupata".
Sta lavorando a un nuovo libro? "Ho finito di scrivere un
nuovo romanzo che uscirà a settembre 2024 negli Stati Uniti in
cui la maggior parte dei personaggi di cui ho scritto o
collegati a loro si ritrovano nel Maine tutti insieme, una
grande reunion. E poi sto lavorando a una cosa completamente
nuova di cui non posso parlare" dice Strout che ha la stessa
grazia e sana leggerezza che si trova nei suoi romanzi, anche in
Lucy davanti al mare, che alla fine è un libro d'amore e di vita
da portare con sé in questa estate.
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