AA.VV, IL POSTFOTOGRAFICO, DAL SELFIE
ALLA FOTOGRAMMETRIA DIGITALE (EINAUDI, PP. 296, EURO 25)
Immagini a volontà, basta un cellulare per fissare realtà e
manipolarle, grazie a tecnologie sofisticate: ritocchi,
abbellimenti, deformazioni facili da realizzare; i neofiti
possono lanciarsi in infinite sperimentazioni, i filtri di
realtà aumentata permettono di invecchiare il viso, di assumere
le sembianze di cartoon, tigri, gatti, lupi o altri animali, di
indossare oggetti virtuali e così via. Con il digitale la
produzione di foto è cresciuta, si contano flussi inarrestabili,
bilioni gli scatti prodotti ogni giorno e che poi circolano in
rete, 'quintilioni di byte' come viene riportato in uno dei
quindici articoli presenti nel Postfotografico, volume uscito
per Einaudi e curato da Barbara Grespi e Federica Villa.
Il terzo millennio ha mandato in cantina gli antichi
autoscatto e autoritratto e ha fatto nascere il selfie, termine
diventato parola dell'anno nel 2013. Tratto distintivo del
selfie è l'estemporaneità e "porta in sé la costante necessità
di volersi vedere riflessi, di specchiarsi attraverso la
mediazione di un dispositivo a portata di mano così da poter
governare l'immagine sfuggente di noi stessi in ogni momento e
in ogni dove". Il selfie corre alla velocità del vento così come
la vita raccontata nelle storie di Instagram.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA