TILLIE OLSEN, FAMMI UN INDOVINELLO
(MARIETTI1820, PP. 164, EURO 17,80) La vita della classe
operaia, la maternità, l'immigrazione, l'emarginazione sociale
sono alcuni dei temi presenti nei quattro racconti di 'Fammi un
indovinello', uscito per Marietti1820 nella traduzione di
Giovanna Scocchera. Queste short story sono state scritte da
Tille Olsen tra il 1953 e il 1960 e pubblicate per la prima
volta nel 1961. Sono testi che hanno consacrato il suo talento
letterario. Olsen, morta nel 2007 all'età di 94 anni, scrittrice
e attivista politica, è una delle voci più originali della
letteratura americana. Figlia di ebrei russi di militanza
socialista, arrivati negli Usa, in Nebraska, agli inizi del
Novecento.
Tillie Olsen si è cimentata con successo nella narrativa breve
ma nel 1974 ha pubblicato anche un romanzo dal titolo
'Yonnondio' che parla di una famiglia operaia negli anni Trenta.
Per molto tempo, Olsen ha dovuto lavorare per provvedere a se
stessa e alle sue quattro figlie, svolgendo occupazioni di ogni
tipo. "Nei venti anni in cui ho fatto nascere e crescere le mie
figlie, e ho anche dovuto mantenere un lavoro stipendiato, mi
sono mancate le condizioni essenziali che servono a creare",
afferma in 'Silences', saggio sulle difficoltà economiche che
costituiscono un ostacolo per chi vuole dedicarsi totalmente
alla letteratura. Il saggio riflette inoltre sulla maternità
argomento cardine di 'Sono qui che stiro' la cui protagonista è
una donna indaffarata notte e giorno per portare a casa i soldi,
ne deriva un complesso rapporto con la figlia, cresciuta con una
madre assente. Il brano che dà il titolo alla silloge, 'Fammi un
indovinello', segue invece le vicende di una coppia di anziani
sposati da quarantasette anni, un'unione di quasi mezzo secolo
che fatica a tenersi in piedi: "Il tessuto di vecchie cicatrici
si lacerò e le ferite ricominciarono a suppurare".
La prosa di Olsen è rivoluzionaria e vicina alla poesia.
Ricorre al flusso di coscienza e la voce narrante appare e
scompare. Tillie Olsen è stata un'insaziabile lettrice,
ammiratrice, fra gli altri, di Virginia Woolf, Franz Kafka,
William Blake, Emily Dickinson, Anton Cechov, Agnes Smedley,
James Baldwin, Olive Schreiner. In cucina, sulla scrivania
teneva le fotografie degli autori e delle autrici che amava,
trascriveva le frasi che le piacevano di più e le attaccava
sulle bacheche, sul frigorifero, sulle lampade. Si circondava di
immagini e citazioni e le portava con sé anche quando viaggiava.
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