Nel 1871 due fratelli tedeschi
decisero di trasferirsi su una delle isole più remote del mondo
per inseguire il loro sogno di cacciare le foche e vendere il
loro grasso e le loro pelli. La storia di Frederick e Gustav
Stoltenhoff è contenuta in un libro pubblicato da Eric Rosenthal
nel 1952 ma mai arrivato in Italia. Le vicende dei due fratelli
sono state tradotte ne 'L'isola inacessibile' (Ciost edizioni,
28 euro, pagine 238), curato dal giornalista Francesco
Moscatelli. Un volume dove viene raccontato il loro avventuroso
tentativo di colonizzare l'isola, un ex vulcano esposto ai
Quaranta Ruggenti nell'Atlantico Meridionale dove vissero per
ventitré mesi, nutrendosi di uova di pinguino e sfidando a nuoto
le acque dell'Oceano.
Anche se la loro impresa fallì, a oggi i due fratelli
detengono il record di sopravvivenza sull'isola più remota
dell'arcipelago più remoto del mondo. Prima di loro, gli unici a
trascorrere del tempo sull'isola furono i naufraghi della
Blenden Hall, nave diretta a Bombay che affondò dopo aver
colpito uno scoglio.
Il libro, già esposto al Salone del Libro di Torino e presso
'La Libreria del Mare' di Milano, sarà presentato il 16 dicembre
all'Antico Caffè San Marco di Trieste con la traduttrice Elisa
Cozzarini e lo scrittore Pietro Spirito. "Il libro di Rosenthal
- commenta Moscatelli - non ha la potenza di un romanzo e non ha
nemmeno l'ambizione di esserlo: racconta una storia vera, quella
di due fratelli che hanno sfidato loro stessi e la natura". E
che, con coraggio, decisero di rimanere comunque sull'isola per
più tempo possibile, aspetto che ha colpito Moscatelli:
"Sarebbero potuti tornare subito o dopo pochi mesi, ma
rimandarono con una testardaggine che li rende interessanti e
anche moderni visto che - conclude l'autore - al giorno d'oggi
nessuno è più capace di gustarsi la bellezza del fallimento".
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