Nutre la speranza che il suo romanzo "Il Re Ombra", uscito per Einaudi quest'anno in italiano dopo l'edizione in inglese, possa aiutare "a far parlare di più delle famiglie e dei legami familiari correlati alla guerra d'Etiopia del 1936, per cominciare a ricostruirli nel contesto di quello che è successo allora in Etiopia e, in Italia, anche alla popolazione ebraica, visto che le cose sono avvenute in contemporanea".
Lo ha detto ieri sera la scrittrice etiope Maaza Mengiste, protagonista del terzo appuntamento di Vicino/lontano On, in streaming, il festival sul tema "Distanze".
L'autrice di
"The Shadow King", romanzo ambientato durante la Guerra
d'Etiopia, finalista Booker Prize 2020, vincitore del 15° premio
Gregor Von Rezzori, è stata intervistata da Sergia Adamo,
docente di Letterature comparate e Teoria della letteratura
all'Università di Trieste.
"Io imparo, ascoltando tanti italiani che condividono le
storie dei loro familiari con me - ha aggiunto Mengiste - e
anche se il libro è finito, non ho chiuso questa storia e penso
che questi scambi e conversazioni siano solo all'inizio". Il
romanzo, ha spiegato, che racconta le donne d'Etiopia in guerra
e la guerra vissuta dalle donne, "arriva quando c'è già un
dibattito in Italia su quella pagina di storia, e io mi sento
onorata di potervi partecipare". Mengiste, nata ad Addis Abeba,
ma residente a New York, ha sottolineato il suo debito di
gratitudine verso tante studiose e studiosi italiani che hanno
indagato la storia d'Africa e d'Etiopia, e anche verso
scrittrici "come Toni Morrison o la croata Daša Drndić". Il
"nostro incontro e la conversazione sulla 2/a guerra mondiale e
su Mussolini - ha svelato - è finito nel suo ultimo romanzo".
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