"Ho puntato tutto sulle atmosfere, cercando di rendere i tanti colori di questa opera notturna, a cui sono legata da un punto di vista sentimentale": per la direttrice Speranza Scappucci, guidare l'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma ne La sonnambula di Vincenzo Bellini, in scena per la regia di Giorgio Barberio Corsetti dal 18 febbraio al 3 marzo, è un tuffo nella propria storia personale.
Non si tratta infatti solo di un felice ritorno nella città natale (dopo il debutto a gennaio dello scorso anno con il Così fan tutte di Mozart), ma di rivivere un ricordo di tanti anni fa, quando ancora ragazzina, mentre studiava per diventare pianista e non immaginava che sarebbe diventata direttrice d'orchestra, vide proprio al Costanzi la sua prima opera, appunto La sonnambula.
"Sono nata e cresciuta a Roma, e in questo teatro mi sono formata vedendo le prime opere", afferma oggi alla presentazione, "di fronte alla Sonnambula siamo tutti nudi: per me è tra le opere più difficili di Bellini, e io la sento molto, così come mi sento vicina ai personaggi".
"Ho voluto dare un senso di paura giocando sui pianissimo, e ho lavorato sui recitativi per renderli più leggeri", prosegue, "la parte orchestrale è fondamentale e le voci dei cantanti devono essere tecnicamente perfette. Questo lavoro è quasi rivoluzionario dal punto di vista musicale, con il coro che è un personaggio ed è sempre presente a commentare l'azione. E poi c'è lo sviluppo della psicologia dei caratteri. Bellini ha scritto la Sonnambula in poco tempo ma ha pensato a tutto". Composta da Bellini nel 1831 su libretto di Felice Romani, La sonnambula (qui proposta in versione integrale, tranne un unico taglio previsto dallo stesso compositore) narra la storia di Amina, una giovane orfana che vive il passaggio dall'infanzia all'età adulta, e del contrastato amore con Elvino. L'opera segna il ritorno a Roma, dopo il Fra Diavolo dello scorso ottobre, anche di Barberio Corsetti, che nell'allestimento (realizzato in collaborazione con il Petruzzelli di Bari) immagina un mondo a metà strada tra sogno e realtà. In una storia che mescola l'elemento della favola alla sofferenza d'amore lasciando intatta una sottile vena ironica, sono tanti i contrasti nella visione del regista, che vuole sottolineare una sorta di "iniziazione" della protagonista, che da bambina diventa donna, e la complessità del suo mondo interiore.
Barberio Corsetti, particolarmente flessibile secondo Scappucci "ad adattare l'allestimento a un palcoscenico grande come quello del Costanzi, facendo viaggiare la parte visiva insieme con quella musicale", ha reso più evidente non solo la contrapposizione tra la tenera e luminosa figura di Amina e l'orgoglio ferito e la gelosia di Elvino, ma anche tra piccolo e grande, con la sproporzione tra i personaggi e le dimensioni degli arredi. A servizio della visione innovativa del regista e della direzione musicale di Scappucci, intervengono le scene di Cristian Taraborrelli e i disegni animati di Gianluigi Toccafondo. Particolare cura anche nella composizione del cast: nei panni della protagonista Amina, una voce del calibro di Jessica Pratt, affiancata da Juan Francisco Gatell, nel ruolo di Elvino, e Riccardo Zanellato in quello del conte Rodolfo.
Accanto a loro, il pubblico ascolterà anche i talenti di Fabbrica Young Artist Program, Valentina Varriale, Reut Ventorero e Timofei Baranov.
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