La diciassettesima edizione del festival MiTo inizia con una città meravigliosa, ovvero con il musical di Leonard Bernstein Marvellous Town.
Un tributo all'autore di West Side Story a pochi giorni dalla presentazione al festival del Cinema di Venezia di Maestro, il film dedicato alla sua vita diretto e interpretato da Bradley Cooper.
Sarà un inizio "elettrico" promette il direttore artistico Nicola Campogrande, che quest'anno ha scelto come filo rosso dei 70 concerti in programma fra Torino e Milano dal 7 al 22 settembre il tema delle "città". Città intese come come luoghi in cui le musiche eseguite sono nate. "Nell'epoca di Instagram, dei social, non ci chiediamo da dove arrivano le cose, spesso è tutto globalizzato, da qui è nata l'idea di sottolineare le origini" spiega il compositore che dopo aver firmato otto edizioni lascerà MiTo perché vedeva "la routine dietro l'angolo e questo - aggiunge - non va bene né per il festival né per me". Come suo sostituto è stato fatto il nome di un altro compositore, Giorgio Battistelli, ma per ora nessuno è stato nominato. Ora l'attenzione è per la kermesse che si aprirà alla Scala il 7 settembre con le musiche di Bernstein eseguite dall'orchestra del Regio di Torino diretta da Wayne Marshall. Lo spirito del festival è confermato: biglietti low cost (massimo 30 euro) e spettacoli unici come l'esibizione dei Pomeriggi musicali con il fisarmonicista Richard Galliano che eseguiranno brani di Astor Piazzolla e tango arrangiati per orchestra appositamente per l'occasione da Paolo Furlani a dimostrazione che "a MiTo si ascoltano cose che non esistono altrove". La Royal Philharmonic Orchestra diretta da Vasily Petrenko con la violinista Julia Fischer eseguirà in prima italiana Icarus di Lera Auerbach, il trio Debussy presenterà i brani di Paolo Conte trasformati in musica da camera. L'orchestra sinfonica della Rai diretta da Juraj Valčuha con Stefano Bollani eseguirà in prima italiana Red da Color Field di Anna Clyne. La chiusura di MiTo sarà affidata alla Filarmonica della Scala che il 22 settembre si esibirà al Lingotto di Torino diretta da Andrés Orozco-Estrada con Mario Brunello al violoncello. "Lascio un festival in piena salute - dice Campogrande - Ora ha il riconoscimento internazionale che prima non aveva, ha l'accesso al Fus, il fondo unico per lo spettacolo. C'è stata una moltiplicazione della presenza televisiva e radiofonica e anche del pubblico". "Otto anni hanno dimostrato che la musica classica appartiene al presente, non è una cosa polverosa. Ed è questa polverosità e gli elementi paludosi che ho cercato di togliere: da questo - conclude - non si torna indietro".
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