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Applausi e dissensi per Don Carlo"

Applausi e dissensi per Don Carlo"

Motivo delle lagnanze l'allestimento kolossal

07 giugno 2018, 10:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSA) – BOLOGNA, 7 GIU – Applausi alla parte musicale, dissensi a quella visiva: è accaduto alla prima al Teatro Comunale del Don Carlo di Giuseppe Verdi diretto da Michele Mariotti e messo in scena da Henning Bockhaus.

Motivo delle lagnanze un allestimento inutilmente kolossal (scene di Nicola Rubertelli), non nocivo alla partitura ma neppure rivelatore di particolari idee registiche, riempito qua e là di ovvietà di dubbio gusto come la presenza di Eboli nella stanza di Filippo II prima della celeberrima aria Ella giammai m'amò in cui il bravissimo basso ucraino Dmitry Beloselskiy ha mostrato una sofferta autorevolezza che gli ha fatto guadagnare un lungo consenso.

Michele Mariotti, che ha scelto per l'ennesimo debutto verdiano la versione italiana in 4 atti dell'opera, è stato pure festeggiatissimo dopo una prova ben calibrata drammaturgicamente. All'11/o anno di collaborazione coi complessi della Fondazione bolognese, il rapporto tra il direttore pesarese e i collaboratori ha raggiunto livelli di assoluta simbiosi e maturità. Per questo impegnativo allestimento, il Comunale ha radunato un cast di grande livello, uno dei migliori possibili oggi nonostante le ingerenze delle agenzie, affiancando a quella di Beloselskiy le voci di Roberto Aronica (Don Carlo), Maria José Siri (Elisabetta di Valois), Luca Salsi (Rodrigo), Veronica Simeoni (La Principessa Eboli), Luiz-Ottavio Faria (Grande Inquisitore), Nina Solodovnikova (Tebaldo) e Luca Tittoto (Frate), tutti capaci di ben figurare, e per questo molto apprezzati, sia nelle numerose parti solistiche che nei duetti. Ottime le prove di orchestra e coro con un plauso al violoncello solista di Eva Zahn.
    Repliche l'8, 10, 12, e 14 giugno.
   

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