Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia.
E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.
Jannacci
è anche l'artista che meglio di chiunque altro ha saputo
raccontare la Milano delle periferie degli anni '60 e '70,
trasfigurandola in una sorta di teatro dell'assurdo realissimo e
toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e
borderline, ai confini del surreale. Un Buster Keaton della
canzone, che verrà rivisitato, reinterpretato e "ricantato" da
Elio.
Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da
Giorgio Gallione, assieme a Elio cinque musicisti, i suoi
stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un'insolita e
bizzarra carovana sonora: Seby Burgio al pianoforte, Martino
Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e
contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al
trombone. A loro toccherà il compito di accompagnare il
confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un
repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile,
arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o
ideali, di "schizzo" Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da
Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra.
Lo spettacolo sarà presentato questa estate in una serie di
anteprime, a partire da Pesaro il 18 giugno. Da dicembre sarà in
scena a teatro per tutta la prossima stagione.
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