"Pas de deux for Toes and Fingers" era il titolo dello spettacolo ospitato ieri sera ai Parchi di Nervi nell'ambito del "Nervi Music Ballet Festival 2021".
Il titolo fa riferimento ai due protagonisti, uniti nell'arte
come nella vita, la splendida etoile del Bolshoi Svetlana
Zakharova e suo marito, il celebre violinista Vadim Repin.
Le
punte della prima, le agili dita del secondo per una serata
all'insegna del virtuosismo. Il programma alternava esecuzioni
musicali a numeri di danza, con l'apporto degli archi del Carlo
Felice e di alcuni eccellenti danzatori come partner della
Zakharova. Danzatrice elegante, sinuosa, forte personalità, la
Zakharova ha una incredibile capacità di magnetizzare il
pubblico, affascinato dalla plasticità dei movimenti, dalla
espressività che traspare da ogni gesto. Lo si è visto sin dal
primo brano affrontato, un Adagio di Glazunov con la
coreografia di Petipa e Maki, ma anche nei lavori successivi dal
geometrico "Progetto Haendel" su coreografia di Bigonzetti al
"Caravaggio", dolcissima creazione dello stesso Bigonzetti su
musiche di Monteverdi riviste da Bruno Moretti. E poi il
"Cigno" di Saint-Saens, o il profondo "Revelation" su musiche di
John Williams, per finire con il divertissement di Johann
Kobborg su musica di Bazzini che ha messo in luce l'ironia della
Zakharova. Con lei gli eccellenti Mikhail Lobukhin, Denis
Savin, Vyacheslav Lopatin e Jacopo Tissi. L'Orchestra e Repin
hanno accompagnato tutte le danze (a parte alcune realizzate su
base registrate) per poi inframmezzare lo spettacolo con alcune
esecuzioni solo strumentali: "Il carnevale di Venezia" di
Paganini, "Introduzione e Rondò Capriccioso" di Saint Saens,
Divertimento per due violini e archi di Frolov (con Repin,
ottimo solista il primo violino dell'Orchestra genovese,
Giovanni Fabris), "Zigeunererweisen" di De Sararate e
"Meditation" da "Thais" di Massent. Repin è violinista dalle
doti tecniche eccezionali. L'Orchestra, senza direttore (Repin
si è limitato a qualche attacco) ha fatto miracoli per
coordinarsi con il solista conducendo in porto esecuzioni non
facili. E poi, ancora una volta, andrebbe rivista la
amplificazione che ha compromesso non poco il suono di solista e
orchestra.
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