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In evidenza
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(di Mauretta Capuano)
ANDRES FELIPE SOLANO, GLORIA (SUR, PP
128, EURO 17). La madre, presente o assente, è un grande tema
letterario. Il colombiano Andrés Felipe Solano la racconta prima
che lui nascesse, nei suoi vent'anni pieni di sogni e
d'incertezze e poi intreccia la memoria di lei giovane con
quella di lui ragazzo in un rapporto tra realtà e immaginazione
che ha dato vita a 'Gloria' un memoir unico, diverso, con cui si
fa conoscere in Italia.
"Fin da quando ero bambino vedevo in casa un sacco di oggetti e
di cose che mi parlavano della vita di mia madre, una donna
molto diversa da quella che io conoscevo, casalinga che si
occupava dei figli. Quegli oggetti mi parlavano di un'altra
esistenza che assomigliava a quella del personaggio di un
romanzo. Proprio da allora ho avuto l'idea di raccontare questa
storia. Forse sono stato un po' codardo negli anni, ho avuto un
po' di paura e alla fine ho iniziato a scriverla soltanto quando
avevo 46 anni, adesso ne ho 48. Non mi interessava raccontare la
vita di mia madre nel dettaglio, dall'inizio, in ordine
cronologico, ma trovare un modo un po' diverso per farlo" dice
all'ANSA Solano che è stato selezionato da Granta tra i 22
migliori giovani narratori in lingua spagnola.
"Si può pensare che questo genere di libro sia un'espressione
della mia generazione perché ce ne sono tanti in circolazione.
In realtà penso che il fatto di scrivere sulla propria madre sia
un grande tema letterario. Penso ad Albert Cohen, autore de 'Il
libro di mia madre', a Natalia Ginzburg. Si può scrivere
direttamente della madre oppure non citarla, ma comunque in
qualche modo se ne sta parlando. Borges che ha vissuto per tutta
la vita con sua madre non ha affrontato direttamente
l'argomento, però le sue opere importanti le ha dedicate a lei.
Se vogliamo andare oltre possiamo arrivare a La lettera al padre
di Kafka che di fatto potrebbe essere un rimprovero alla madre,
un modo per dirle 'perché ti sei sposata con quest'uomo?', 'che
vita abbiamo fatto?'" sottolinea Solano che è nato a Bogotà nel
1977 e da oltre dieci anni vive a Seul con la moglie.
Pubblicato da Sur nella traduzione di Giulia Zavagna, è il
romanzo di un giorno, quello che ha cambiato la vita a Gloria,
l'11 aprile del 1970 quando al Madison Square Garden di New York
c'è il concerto del suo idolo, il cantante argentino Sandro e
l'Apollo 11 sta per decollare. E poi c'è un salto indietro nel
tempo, quando suo padre viene ammazzato in Colombia, un trauma
che Gloria si porta dietro.
"L'idea di questo libro mi ha spinto a diventare scrittore. Sono
arrivato a questa forma del romanzo dopo averci ragionato molti
anni. Il narratore riesce ad andare a ritroso e poi ad arrivare
al presente e questo mi ha permesso anche di far si che nel
libro mia madre diventasse Gloria, la protagonista" spiega.
Ma resta qualcosa di tua madre? "Molte cose perché la scrittura
è stata preceduta da molte interviste a mia madre che sono
avvenute con scambi di messaggi vocali perché io ero a Seul, lei
vive in Colombia e la parte più importante l'abbiamo discussa
durante la pandemia e quindi non avrei potuto viaggiare, nemmeno
volendo. Lei conserva ancora un diario del periodo in cui ha
fatto ritorno negli Stati Uniti nel 2001, era li quando sono
cadute le Torri Gemelle. Il libro è costruito a partire dalle
nostre conversazioni, dal suo diario, i suoi ricordi e poi
anche i miei perché anch'io ho vissuto a New York per sei mesi
nel 1998. I ricordi si sono a un certo punto combinati in un
modo sorprendente e sono felice che non si sappia più bene che
cosa sia vero e che cosa non lo sia. Può essere successo che lei
abbia inventato qualche ricordo per me o che io raccontandole la
mia esperienza le abbia fatto nascere dei ricordi che non
aveva".
Cosa ha significato questo viaggiare tra finzione, realtà,
recupero della memoria? "Non lo so ancora. Anche se il libro è
pubblicato, rimarrà nella mia testa per tantissimo tempo. Credo
che nel momento in cui dovrò affrontare la morte di mia madre è
molto probabile che questa storia ritornerà e che Gloria
camminerà per le strade di New York ancora a lungo" afferma
Solano che è autore di altri tre romanzi e altrettanti libri di
non fiction pluripremiati.
"Ora che ci penso ho avuto il bisogno di scrivere questo libro
adesso perché volevo che mia madre lo leggesse. Un po' in
contrapposizione alla conversazione forzosamente interrotta di
Gloria con suo padre che è stato ammazzato quando lei aveva tre
anni".
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