"L'azienda a oggi non ha fornito alcuna informazione estratta dai propri database in merito alle imprese che possono utilizzare gli strumenti che abbiamo messo in campo con il decreto legge".
Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in videocollegamento con un evento della Cgil a Bari. "Le informazioni fino a oggi trasmesse - ha aggiunto - sono parziali, per esempio non è stata comunicata la composizione del debito, e se si tratti di crediti certi, liquidi ed esigibili. Ci si è limitati, in misura incompleta, a informazioni su alcune decine di imprese a fronte di qualche migliaio".
"Abbiamo espresso ai sindacati la nostra volontà di mantenere e preservare gli impianti produttivi e le industrie del paese. Certamente anche la sua industria siderurgica, per la quale abbiamo un piano che prevede quattro poli produttivi", ha aggiunto Urso.
"Il primo - ha spiegato - è quello all'avanguardia in Europa delle acciaierie green, le aziende italiane sono le più avanti in questo settore. Il secondo è il polo di Piombino, che stiamo ricostituendo sulla base di due investimenti stranieri, che configurano la rinascita del sito siderurgico e la ripesa del lavoro di coloro che oggi sono in cassa integrazione".
Urso ha chiarito che "il terzo è il polo di Terni, per il quale stiamo definendo il contratto di programma con il gruppo Arvedi, perché possa tornare a essere significativo. Infine, oggi dobbiamo affrontare con determinazione, tutti insieme, la più grande industria siderurgica d'Europa, cioè il polo dell'ex Ilva, da Taranto alla Liguria agli altri stabilimenti italiani".
"Lunedì pomeriggio avremo sia l'incontro con le aziende dell'indotto sia con i sindacati metalmeccanici con i quali abbiamo svolto un'interlocuzione per informare gli attori interessati al rilancio dell'ex Ilva sui passi che ci apprestavamo a fare", ha detto il ministro.
"Nel contempo - ha aggiunto - la prossima settimana inizieranno le votazioni in commissione sugli emendamenti ai due decreti integrati che riguardano Acciaierie d'Italia e soprattutto l'indotto, con i lavoratori e le aziende che abbiamo messo sotto copertura di uno strumento di cassa integrazione che spero si possa migliorare anche con il contributo delle forze politiche rappresentate in Parlamento".
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