Sono 2.035 i call center in Italia,
con 3 miliardi di fatturato annuo complessivo e quasi 80.000
addetti: il 95% italiani, il 68% donne. La maggior parte (il
71%) ha tra 30 e 49 anni, il 66% ha un diploma e il 23% una
laurea. I call center sono concentrati nel Mezzogiorno, con il
49% delle aziende e il 55% degli addetti. Sono i dati salienti
della prima ricerca sui call center in Italia, commissionata dal
centro studi Ebincall e condotta da EconLab, Istituto
Tagliacarne e CF Applierd Economics. La ricerca è stata
presentata stamani a Roma nel corso di un convegno al Senato.
De quasi 80mila addetti dei call center, 57mila sono
subordinati e 21mila collaboratori. Il 65% dei call center si
concentra in 5 regioni: Campania (448, 23%), Lombardia (280,
14%), Lazio (268, 14%), Sicilia (156, 8%), Puglia (116, 6%). La
prima provincia per numero di call center è Napoli (329, 17%),
seguita da Roma (248, 13%). Le regioni con più addetti sono la
Puglia (8.458, 14%), Lombardia (8.315, 14%), Sicilia (7.615,
13%), Lazio (7.404, 12%), Calabria (5.941, 10%).
"I call center sono conosciuti soprattutto per le chiamate
anonime e illegali di pochi filibustieri - ha commentato il
presidente del centro studi Ebincall, Leonardo Papagni -. Ma in
realtà, la maggior parte dei call center sono aziende serie, che
creano ricchezza e lavoro per migliaia di persone. Con questa
ricerca, la prima su questo settore, abbiamo voluto raccontare
che cosa sono davvero i call center in Italia".
All'evento al Senato ha partecipato anche la deputata di
Fratelli d'Italia Eliana Longi, che ha presentato il suo disegno
di legge in sicussione alla Camera per regolamentare il settore,
garantire le aziende serie e i ialvoratori e combattere gli
abusi.
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