La Trasnova va avanti sulla sua strada e procede al licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti Stellantis di Pomigliano d'Arco, Mirafiori, Cassino e Melfi. Un numero che - secondo i sindacati - sale fino a 400 se si considera che la Trasnova subappalta, a sua volta, alcune attività.
Da Stellantis arriva, intanto, a pochi giorni dall'uscita dal gruppo di Carlos Tavares, un nuovo segnale di cambiamento della strategia anche a livello europeo: l'azienda è pronta, infatti, a rientrare nell'Acea, l'associazione dei costruttori presieduta da Luca De Meo, che aveva abbandonato a inizio 2023, dopo avere lanciato il 'Freedom of mobility Forum', un forum annuale aperto al dibattito pubblico sui temi della mobilità sostenibile.
Le difficoltà del settore spingono, quindi, Stellantis a cercare un fronte comune con le altre case automobilistiche. I licenziamenti di Trasnova sono stati comunicati ai sindacati di categoria dall'azienda alla quale Stellantis non ha rinnovato la commessa, in scadenza il 31 dicembre, per le attività di logistica, relative allo spostamento nei piazzali delle auto prodotte per essere caricate sulle bisarche.
Non è bastata la rassicurazione di Stellantis "disponibile a riaprire la discussione con la direzione di Trasnova per capire come supportare l'azienda in questa fase". Dei 97 lavoratori diretti licenziati da Trasnova 54 sono impegnati nel solo stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco, dove da giorni i lavoratori Trasnova bloccano gli ingressi merci della fabbrica, provocando, di fatto, il fermo delle produzioni.
Qui sono arrivati nei giorni scorsi i parlamentari di Avs e il leader del movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, e infine nelle ultime ore la segretaria Pd, Elly Schlein. "I licenziamenti sono inaccettabili - ha detto Schlein - e noi chiediamo che sia bloccata immediatamente questa procedura. Questi lavoratori sono quelli che tengono in piedi il nostro Paese: non si possono lasciare 400 famiglie per strada, peraltro appena prima di Natale. Bisogna dare una prospettiva. Quello a cui puntiamo è che al tavolo che avevamo chiesto di anticipare, e in cui avevamo chiesto la presenza di Stellantis, l'azienda si prendesse le sue responsabilità".
Il 10 dicembre Trasnova e sindacati andranno al Mimit dove ci sarà anche Stellantis. Al gruppo guidato da John Elkann arriva forte dal mondo sindacale e da quello politico la richiesta di tornare a dare priorità all'Italia. Il 12 dicembre i sindacati vedranno a Torino, dove si è tenuta un'affollatissima assemblea di delegati e delegate, il responsabile Europa del gruppo Jean-Philippe Imparato in vista del tavolo convocato per il 17 dicembre dal ministro Adolfo Urso.
Il vicepremier Antonio Tajani chiede a Stellantis di non chiudere impianti e continuare a investire nel Paese, mentre Chiara Appendino, vicepresidente del M5S, accusa la premier Giorgia Meloni di fuggire di fronte alla richiesta di convocare un tavolo e punta il dito contro Elkann insistendo sulla necessità che si presenti in Parlamento.
"Stellantis dia segnali concreti su un piano industriale capace di rispettare gli impegni presi e garantire piena occupazione, nuovi modelli, valorizzazione degli impianti produttivi italiani", dice il leader della Cisl Luigi Sbarra. "Stellantis deve spiegare se c'è un piano industriale, se ha intenzione di fare investimenti nel Paese, se ha intenzione di cambiare le scelte strategiche disastrose di Tavares", afferma il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
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