Governo e maggioranza annunciano l'arrivo della manovra in Aula per mercoledì 18, dalle ore 14, con l'idea di porre la fiducia sempre in giornata. E' quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo che però non ha registrato alcun accordo tra maggioranza e opposizione al riguardo.
Le opposizioni hanno respinto la proposta del presidente Lorenzo Fontana di chiudere domattina, 17 dicembre, l'esame in Commissione Bilancio per portare il testo mercoledì, in modo da porre la fiducia e chiudere l'esame venerdì 20 dicembre con il voto finale. La maggioranza va avanti ma rimane il rischio che i tempi previsti e annunciati in Aula a Montecitorio possano saltare con il rinvio del voto finale al Senato dopo Natale.
Non si placano, intanto, le polemiche per l'emendamento dei relatori che equipara il compenso dei ministri non parlamentari a quelli eletti. Un incremento che, calcola il Sole24 Ore, sarà di 7.193 euro al mese per 17 tra i componenti 'tecnici' del governo Meloni: 8 ministri più altri 9 tra viceministri e sottosegretari. Un "salario massimo" per i componenti del governo, vanno all'attacco all'unisono il leader M5s Giuseppe Conte e la segretaria Dem Elly Schlein. Che, secondo quanto sottolinea il viceministro al Mef, Maurizio Leo attirandosi più di qualche ironia dall'opposizione, attiene a una "decisione dei parlamentari". Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto sottolinea come la scelta venga dai relatori della manovra e rivendica come nel governo "da due anni serviamo, con disciplina e onore" lo Stato "senza chiederci quale sia il trattamento economico". In ogni caso, pur dicendosi d'accordo con la misura specifica, suggerisce che essa valga "per chi verrà dopo di noi". "Io credo - evidenzia anche il ministro Antonio Tajani - che sia giusto che un ministro che non è parlamentare percepisca la stessa indennità di un collega che lo è".
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