L'inquinamento atmosferico e
acustico resta una "grave minaccia" ambientale per la salute
nell'Ue, nonostante i miglioramenti complessivi nella qualità
dell'aria. E' l'allarme lanciato dalla Corte dei Conti europea,
che sollecita Bruxelles e gli Stati membri a "intensificare gli
sforzi" per rispettare norme più rigide nei prossimi anni.
Le città europee restano "troppo rumorose" e i livelli di
inquinamento atmosferico "eccessivi", denunciano i revisori dei
conti Ue, sottolineando che tre quarti dei cittadini europei
vivono in aree urbane e sono esposti a rischi significativi:
l'inquinamento atmosferico provoca ogni anno 250mila morti
premature (secondo i dati dell'Agenzia europea per l'ambiente),
mentre il rumore eccessivo è collegato a disturbi del sonno,
ansia e problemi cardiaci, con 48mila nuovi casi e 12mila
decessi annuali.
La Corte dei conti Ue evidenzia che il rumore, "l'altra
faccia della medaglia dell'inquinamento", è un problema
difficile da monitorare e affrontare. L'obiettivo Ue di
"inquinamento acustico zero" entro il 2030 sembra
irraggiungibile: nella migliore delle ipotesi, il calo sarà solo
del 19%, mentre nel peggiore dei casi il numero delle persone
colpite potrebbe addirittura aumentare. Un quadro preoccupante
che, osservano i revisori dei conti Ue, mette in evidenza le
sfide strutturali delle città europee: dalla mancanza di
coordinamento alle misure inefficaci o contestate, come le zone
a basse emissioni, che incontrano spesso resistenze legali e
sociali.
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