Installati e attivi da oggi a Prato 10 contenitori intelligenti, per la raccolta di materiali tessili, abiti e accessori moda usati, realizzati da Fondazione Caritas e dall'Its Buzzi, su progettazione dell'Università tecnica di Atene, nell'ambito del progetto Innomed Up (Eni Cbc Med).
Lo scopo dell'attività, spiega una nota, è quello di
riutilizzare il materiale di scarto per dargli una nuova vita ed
un nuovo uso creativo.
Nei cestoni, dei cubi di poco più di un
metro di lato, realizzati in legno e tessuto, i privati
cittadini possono conferire avanzi di tessuto, filati, jeans,
fodere, abbigliamento, accessori moda, scarpe, etc… Un sistema
di sensori, un software e un collegamento alla rete sono
utilizzati per avvisare attraverso l'invio di una mail il
responsabile della raccolta sullo stato di avanzamento e sulla
quantità di materiale donato. Una volta raccolto il materiale
dei 10 contenitori, il Laboratorio del riuso di Caritas si
occuperà di rilavorarlo per creare oggetti e capi
d'abbigliamento da poter vendere all'interno di un
mercato-mostra organizzato a conclusione del progetto.
Gli 'Smart bins' si trovano in tutta la città e sono stati
installati presso enti pubblici e privati e associazioni che con
il proprio lavoro promuovono ed utilizzano pratiche di economia
circolare, culturale e creativa. "È da anni che
l'Amministrazione comunale di Prato declina le parole
transizione circolare, transizione digitale e inclusione sociale
in azioni concrete, che nascono all'interno di una
collaborazione sempre più forte con gli stake holders, le
associazioni e i cittadini - afferma Valerio Barberis, assessore
all'economia circolare - Questo progetto straordinario è proprio
questo: introdurre processi innovativi che rinnovano la
vocazione del distretto tessile di Prato come hub per la moda
sostenibile e circolare, operando all'interno di modelli di
impatto sociale sempre più inclusivi".
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