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Tecopress ritira 72 licenziamenti, si apre strada a Cigs

Tecopress ritira 72 licenziamenti, si apre strada a Cigs

Tavolo in Regione con azienda, sindacati e istituzioni

BOLOGNA, 05 febbraio 2024, 18:18

Redazione ANSA

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Fumata bianca in Regione Emilia-Romagna per la Tecopress di Dosso di Sant'Agostino (Ferrara): oggi a Bologna la proprietà dello stabilimento ferrarese ha annunciato il ritiro dei 72 licenziamenti annunciati e l'avvio delle procedure per attivare gli ammortizzatori sociali.

Al termine dell'incontro è stato siglato un verbale in cui l'azienda si impegna a non dar avvio alla procedura di licenziamento collettivo, come precedentemente dichiarato, per tutta la durata dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Inoltre, le parti hanno convenuto di utilizzare la cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi, Cigs, per 12 mesi quale ammortizzatore sociale conservativo da usare in questa fase. Inoltre, si chiede il pagamento diretto da parte dell'Inps della cassa integrazione.
    Le parti - spiega la Regione - si impegnano a non effettuare atti unilaterali, e ad attivare sempre in forma preventiva il tavolo istituzionale che rimarrà aperto per monitorare l'evolversi della situazione, sia industriale che per l'impatto sociale.
    In Regione, con l'assessore al Lavoro e Sviluppo economico, Vincenzo Colla, erano presenti i vertici dell'azienda, il sindaco di Terre del Reno, Roberto Lodi, il presidente della Provincia di Ferrara (in videocollegamento), Michele Padovani, Confindustria Emilia centro nonché le organizzazioni sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil di Ferrara.
    "Ci troviamo in una situazione molto difficile ma non irrisolvibile - ha spiegato l'assessore regionale Vincenzo Colla - L'azienda, di grande qualità di processo, prodotto e competenza, ha più volte ribadito la volontà di proseguire l'attività produttiva rimanendo sul territorio".
    Tecopress, fonderia di pressocolata per la produzione di componentistica che occupa circa 170 lavoratori, è stata colpita nei giorni scorsi da una repentina decisone della proprietà di licenziare 72 lavoratori. L'azienda dell'alta pianura ferrarese nel corso degli anni post-terremoto aveva ricevuto dei contributi dalla Regione per poter tornare in produzione e restare un presidio sul territorio.
   

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