"In questa fase il nostro obiettivo principale resta la tutela delle aziende che sono state escluse dal ristoro dei crediti attraverso un accordo transattivo che offra salvaguardia a tutte quelle che non sono rientrate negli accordi AdI-Sace, ma lavoriamo al fine di trovare altri strumenti che garantiscano la sopravvivenza di tutto l'indotto".
Lo dichiara in una nota il presidente di
Confapi Taranto, Fabio Greco, il quale ha portato le proposte
della confederazione al vertice convocato dalla Regione Puglia
che riguardano le imprese dell'indotto dell' ex Ilva di Taranto.
Come viene evidenziato da Confapi, la Regione "sta attivando
la procedura di svincolo di quote di avanzo di amministrazione
in favore delle imprese strategiche dell'indotto ex Ilva
promettendo lo stanziamento di una cifra che oscilla tra i 25 e
i 30 milioni di euro".
Greco, in occasione della recente visita a Taranto del
ministro delle Imprese Urso, ha consegnato "nelle sue mani la
proposta che introduce l'articolo 2-sexies al cosiddetto decreto
legge 'salva-indotto'".
Una proposta, spiega dall'associazione
di categoria, che si fonda sull'impianto "dell'articolo 6 del
decreto 23/2020 che fu emanato in occasione della emergenza
Covid19". "Con la sua introduzione - evidenzia - si
fronteggerebbero le perdite subite dai costi derivanti dalla
cessione del credito ad intermediari finanziari senza doverle
inserire in bilancio".
Sul tavolo regionale Confapi ha proposto anche "l'utilizzo
del 'finanziamento per lo sviluppo aziendale' previsto dal dl
4/24 in particolare per il rafforzamento degli assetti
organizzativi che consentano di ripristinare gli equilibri
economico finanziari delle imprese che hanno subito la crisi di
AdI e la falcidia del credito pur prededucibile di cui
all'articolo 2 quater".
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