"L'economia è in frenata. Le
rilevazioni diffuse da Istat evidenziano un quadro di forte
riduzione delle prospettive di crescita della nostra economia
più volte da noi anticipato. Una situazione che desta allarme
perché nonostante manchi solo un mese alla conclusione
dell'anno, la crescita dello 0,5% non è da considerarsi né un
dato certo, nè acquisito. Con la situazione problematica
dell'export e degli investimenti quasi fermi, e le difficoltà ad
utilizzare le risorse del Pnrr, il suo raggiungimento effettivo
sarà determinato perciò dalla dinamica dei consumi delle
famiglie - con il Natale alle porte - che potrebbero registrare
una variazione crescente, sostenuta da occupazione, rinnovi
contrattuali e riduzione dell'inflazione".
Così Confesercenti commenta in una nota le previsioni Istat sul
Pil.
"Nonostante la conferma del taglio del cuneo fiscale in
manovra, del Bonus Natale 100 euro, dell'impatto dei rinnovi
contrattuali e del miglioramento dell'occupazione, il reddito
medio degli italiani dal Covid in poi si è decisamente
distanziato da quello dei principali paesi della zona euro.
Secondo l'ultimo "Quadro di valutazione sociale" di Eurostat,
infatti, il reddito disponibile delle famiglie in Ue ha un
indice che passa da 107,8 del 2019 a 111,1 nel 2023, con una
crescita di 3 punti percentuali. Lo stesso reddito per il nostro
Paese cresce solo di 1,8 punti percentuali, passando da 92,3 a
94 punti", evidenzia l'associzione che ritiene "indispensabile,
trovare la strada per aumentare la fiducia di famiglie ed
imprese - a partire dalla riforma fiscale - per rilanciare i
consumi, tassello indispensabile per la crescita del Pil".
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