"Entro l'estate saremo in grado di
mappare i potenziali per il totale dei prodotti esportati in 200
paesi target. Questo è l'approccio da adottare per massimizzare
le opportunità nei mercati più promettenti realizzando missioni
e iniziative di sistema mirate per favorire la competitività
delle nostre imprese". Così Barbara Cimmino, vicepresidente per
l'Export e l'Attrazione degli investimenti di Confindustria, nel
suo intervento alla conferenza nazionale dell'export e
dell'internazionalizzazione delle imprese a Milano, presso
l'università Bocconi. "Anche grazie alla condivisione integrata
con le nostre associazioni, abbiamo messo a punto un modello
analitico per individuare i mercati strategici che possono
fornire i risultati migliori in termini di export", ha spiegato
Cimmino.
"Queste analisi - ha proseguito - incrociano geografie e
settori analizzando il potenziale sia nei paesi avanzati che in
quelli emergenti. Siamo partiti da due ricerche del centro studi
Confindustria, 'Esportare la dolce vita' e 'Ingenium', che
esplorano e quantificano il potenziale export, rispettivamente,
nei principali beni di consumo e nei beni strumentali ad alta
intensità di automazione. Per il primo cluster di beni il
potenziale ulteriore sfruttabile sfiora i 60 miliardi di euro, a
cui si aggiungono i quasi 30 miliardi per i beni strumentali".
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