Don Dante Carraro, direttore del
Cuamm la onlus nata a Padova nel 1950 con il nome di Collegio
universitario aspiranti medici missionari (Cuamm) lancia un
allarme per le difficoltà nel supporto alle popolazioni dopo che
il presidente Trump ha deciso di chiudere il finanziamento a
USAid.
"Nel Sud Sudan, il Paese più povero e martoriato del
continente, USAid significava circa un terzo del welfare
sanitario - spiega don Carraro prima di imbarcarsi per l'Etiopia
- Il Cuamm ha lì 4 ospedali e circa 200 punti di pronto
intervento sanitario.
Significa che da un giorno all'altro abbiamo dovuto guardarci negli occhi e riorganizzare il lavoro dei 1600 tra medici ed infermieri e la differenza tra potersi curare e rischiare di morire per milioni di bambini, donne e uomini.
In Uganda gestiamo 4 ospedali: la sede USAid di Kampala
ha i telefoni staccati. Ora non sappiamo cosa riusciremo a fare
e con che fondi".
Il Cuamm cura ogni anno oltre 2 milioni di persone in Africa
e si rendono sicuri oltre 250mila parti. Un intervento in otto
Paesi dell'Africa centrale e sub sahariana che non può contare
sull'aiuto indiretto degli Usa. "Ci sono varie strade che i
governi locali stanno tentando : una di queste è il fondo
monetario internazionale, un' altra sono partnership sempre più
strette con Turchia, Cina, Emirati Arabi e Russia, paese che è
molto presente - spiega don Dante Carraro - . Il governo della
Repubblica centro africana ha recentemente firmato un accordo
ufficiale con l'armata Wagner che lì garantisce la sicurezza".
"Mi sto imbarcando per l'Etiopia, e poi sarò in Karamoja che
è una regione dove abbiamo due ospedali e lavoriamo con gli
amministratori locali. Ci stiamo interrogando con le autorità
per trovare una soluzione per ridurre al massimo l'impatto della
chiusura in Uganda di USAid. La speranza è che si possa
ricostruire come sta avvenendo in Etiopia dopo le recenti
tensioni. Cerco di non perdere la speranza e di essere un
costruttore di bene. Il Santo Padre - conclude don Carraro - ha
spesso ricordato che siamo tutti sulla stessa barca e che se va
a fondo uno il rischio è che naufraghiamo tutti".
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