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Israele, Netanyahu scioglie il Gabinetto di guerra

Israele, Netanyahu scioglie il Gabinetto di guerra

Per non far entrare l'ultradestra dopo le dimissioni di Gantz 

ROMA, 18 giugno 2024, 08:59

di Massimo Lomonaco

ANSACheck
Macerie a Rafah dopo un raid israeliano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Macerie a Rafah dopo un raid israeliano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo l'uscita da governo di Benny Gantz, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha sciolto il Gabinetto di Guerra. Una mossa per frenare i desiderata del ministro della Sicurezza nazionale - e falco della destra radicale - Itmar Ben Gvir che da tempo aveva messo gli occhi sull'organismo, vero e proprio centro di comando nella guerra ad Hamas e contro gli Hezbollah in Libano.

La mini struttura di vertice - cinque persone in tutto - fu istituita l'11 ottobre 2023, appena 4 giorni dopo l'attacco di Hamas ai kibbutz del sud. E vide subito l'ingresso di Gantz a seguito della sua decisione di far parte del governo di emergenza nazionale, nato con la guerra. Ma, dopo il recente passo indietro di Gantz, il premier ha scelto la strada dello scioglimento visto che si sono fatte sempre più pressanti le richieste di Ben Gvir di farvi parte ad ogni costo, seguito dall'altro esponente di destra radicale e ministro delle finanze Bezalel Smotrich.

Le previsioni che si fanno - secondo le stesse fonti - è che il premier ricorrerà sempre di più a riunioni limitate a scopo di "consultazione" che già ci sono state con i ministri Yoav Gallant, Ron Dermer, entrambi ex componenti del Gabinetto di guerra, e con il capo dell'Assemblea nazionale Tzachi Hanegbi, uno dei più stretti consiglieri di Netanyahu.

Rimane il Gabinetto politico che continuerà ad occuparsi delle decisioni legate alla guerra, comprese quelle sui negoziati per un possibile cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, secondo la roadmap rilanciata dal presidente americano Joe Biden. Se Gaza, insieme al rilascio degli ostaggi, resta il dossier principale di Israele, lo scontro con gli Hezbollah in Libano ha oramai assunto il tono della massima urgenza.

Per questo in Israele - prima di proseguire per Beirut - è arrivato l'inviato speciale di Biden, Amos Hochstein, con l'obiettivo di raffreddare il più possibile la situazione. Israele ha più volte detto che se non prevarrà l'opzione diplomatica per il ritiro degli Hezbollah oltre il fiume Litani (in base alla Risoluzione 1701 dell'Onu) non esiterà a puntare sulla guerra aperta. Sul fronte sud, intanto, al 225/esimo giorno di guerra proseguono i combattimenti nella Striscia, a prescindere dalle ore di pausa dichiarate dall'Idf lungo l'asse che va dal valico di Kerem Shalom (oggi attaccata dai razzi di Hamas) alla strada principale di Salah al-Din e da qui verso la parte dell'enclave palestinese nord occidentale.

Per il capo dell'Unrwa, Phlippe Lazzarini, le ostilità continuano a Rafah e nel sud di Gaza nonostante l'annuncio fatto domenica dall'Idf, bloccando gli aiuti umanitari. L'esercito ha fatto sapere di aver smantellato in 40 giorni di combattimenti circa la metà della forza di Hamas a Rafah, uccidendo circa 550 uomini armati nell'area, oltre a quelli colpiti dai raid nei tunnel e negli edifici. Dei 4 Battaglioni della Brigata Rafah di Hamas, due - Yabna e Rafah est - sono considerati smantellati, mentre - ha spiegato il portavoce militare - le capacità degli altri due - Shaboura e Tel Sultan - sono state dimezzate dalle operazioni in corso.

L'Idf - va ricordato - ha ora il controllo completo dell'intero confine tra Gaza e l'Egitto, noto come 'Corridoio Filadelfia' e quindi ora sta spingendo nel sobborgo nord occidentale di Tel Sultan. Il portavoce israeliano David Mencer, in un briefing ripreso dal Guardian, ha affermato che l'Onu e l'Unrwa sono state "irrimediabilmente inefficienti" nella distribuzione degli aiuti nella Striscia e che ci sono scorte di aiuti sul lato di Gaza al confine. Mencer sostiene che oggi entra a Gaza più cibo di quanto ne entrasse quotidianamente prima del 7 ottobre. A questo proposito un Rapporto della Commissione per la revisione della carestia delle Nazioni Unite (Frc) ha sostenuto che nel nord della Striscia di Gaza non ci sono abbastanza informazioni affidabili per dichiarare una situazione di carestia.

 

Israele: Onu e Unrwa completamente inefficienti negli aiuti

Il portavoce israeliano David Mencer, in un briefing, ripreso dal Guardian, ha affermato che l'Onu e l'Unrwa sono state "irrimediabilmente inefficienti" nella distribuzione degli aiuti a Gaza e che ci sono scorte di aiuti sul lato di Gaza al confine. Mencer sostiene che oggi entra a Gaza più cibo di quanto ne entrasse quotidianamente prima del 7 ottobre, riporta il quotidiano britannico, per il quale la narrazione secondo cui a Gaza c'è la carestia non è vera.

Sondaggio, il 60% degli israeliani sono per la road map rilanciata da Biden 

Il 60% degli israeliani vuole che si "accetti" l'accordo per gli ostaggi e il cessate il fuoco secondo la road map rilanciata dal presidente Biden che Hamas finora ha respinto sena la fine della guerra. Lo ha rivelato un sondaggio condotto dal 'Jewish People Policy Institute' secondo cui la maggior parte del campione respinge una rioccupazione della Striscia e preferisce un controllo civile palestinese nel dopo guerra con Israele che mantenga la responsabilità della sicurezza.

Tuttavia, solo il 10% desidera che sia l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ad governare la Striscia, mentre oltre il 60% vorrebbe vederla gestita da entità palestinesi locali e stati arabi. Per quanto riguarda la situazione al nord con il Libano un 36% del campione chiede unn attacco totale agli Hezbollah il prima possibile, il 26% auspica una guerra in Libano una volta terminata la lotta a Gaza e il 30% opta per una soluzione politica.

L'esercito continua le operazioni militari a Rafah

Cinque persone sono morte e altre 13 sono rimaste ferite in seguito a un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito una casa della città di Gaza. Altre due vittime ieri sera a Rafah, nel sud della Striscia. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Un edificio residenziale è stato colpito nel quartiere di Zarqa, dopo che un altro raid avevo centrato una casa nella zona di Sheikh Radwan. Ieri sera altre due vittime a Rafah, nel sud della Striscia.

Il bilancio nell'enclave palestinese dal 7 ottobre scorso è di almeno 37.347 morti e 85.372 feriti, secondo i dati del Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas che parla di dieci vittime nelle ultime 24 ore.

L'esercito sta continuando le sue operazioni "mirate e basate su informazioni dell'intelligence" a Rafah, nel sud di Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare Daniel Hagari secondo cui "sono state localizzate numerose armi e colpita una serie di strutture dotate di esplosivi che rappresentavano una minaccia per i soldati". "Contemporaneamente - ha proseguito la stessa fonte - nell'area di Tel Sultan, diversi terroristi che rappresentavano una minaccia per le truppe sono stati eliminati in combattimenti ravvicinati e dai droni". Oltre che a Rafah, i soldati stanno continuando a operare nella parte centrale di Gaza dove "sono stati eliminati terroristi armati in combattimenti ravvicinati. Distrutte anche una serie di strutture militari che rappresentavano una minaccia per i soldati e usate da Hamas per scopi terroristici".

Al Jazeera, nella notte attacchi in tutta Gaza

Nella notte ci sono stati attacchi in tutta la Striscia di Gaza, dalla città settentrionale di Beit Hanoon fino alla città di Rafah, insieme ad attacchi di artiglieria pesante lungo il confine orientale. Lo riporta Al Jazeera che parla di "pesanti attacchi nelle parti centrali e orientali di Rafah". Le forze israeliane, scrive Al Jazeera, hanno continuato a demolire le case nella parte orientale e vicino al Corridoio Filadelfia. Per la tv qatariota, l'esercito israeliano ha effettuato attacchi di artiglieria pesante nel centro di Gaza, compresi i campi profughi di Bureij e Maghazi e la parte sud-orientale della città di Deir el-Balah.

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