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I socialisti non chiudono a Fitto, 'ma si mostri pro-Ue'

I socialisti non chiudono a Fitto, 'ma si mostri pro-Ue'

Ursula all'ultima mediazione, sul piatto il puzzle delle deleghe

BRUXELLES, 12 settembre 2024, 20:56

di Michele Esposito

ANSACheck
Raffaele Fitto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Raffaele Fitto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le nomine di Ursula von der Leyen per la nuova Commissione corrono sul filo ma, per ora, sembrano reggere. Sul primo nodo, quello di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva di Palazzo Berlaymont, la sensazione è che una trattativa sia possibile e percorribile sebbene l'esito dipenda indissolubilmente dall'audizione che il ministro italiano è chiamato a svolgere all'Eurocamera. In quell'occasione, da socialisti, verdi e liberali partirà un tiro a bersaglio che non riguarderà solo Fitto ma il governo di cui è ancora parte. E ogni errore potrebbe rappresentare, per le compagini europeiste, la pistola fumante per bocciare la candidatura.
Von der Leyen si avvia ad un weekend denso di telefonate e segnato da diversi nodi da sbrogliare. Il primo sta nel convincere i socialisti a non annunciare il "no" a Fitto e quindi alla sua Commissione un minuto dopo che, martedì a Strasburgo, dovrebbe essere presentata la squadra. Von der Leyen ha qualche carta da giocarsi. Innanzitutto è chiamata a blindare deleghe forti per la spagnola Teresa Ribera, che si appresta ad essere il punto di riferimento dei socialisti ai vertici della Commissione. Alla ministra simbolo della transizione ecologica iberica dovrebbe essere assegnata la potentissima Concorrenza ma non il Clima. In secondo luogo von der Leyen, per ammorbidire le posizioni di S&D, dovrebbe sfilare la delega agli affari sociali e alle politiche abitative all'austriaco e popolare Magnus Brunner. Più difficile, invece, che riesca a convincere il Lussemburgo a cambiare in zona Cesarini il suo candidato: dal popolare Christophe Hansen allo Spitzenkandidat dei socialisti e commissario uscente Nicolas Schmit.
Dal canto loro, il gruppo S&D non ha chiuso le porte a Fitto.
"Stiamo negoziando, ci sono molti temi in gioco. Non vogliamo parlare di linee rosse, ma di priorità. Non capiamo perché un governo che ha detto chiaramente che non supporta von der Leyen abbia un ruolo come il nostro o come quello di popolari e liberali", hanno spiegato fonti socialiste. Aggiungendo: "Von der Leyen è presidente grazie alle forze pro-Ue e dunque non è comprensibile avere un vicepresidente esecutivo di Ecr. Ma saremo responsabili . Fitto dovrà dimostrare al Parlamento se è pro-Ue e dovrà essere preparato". Il tema è che, all'interno del gruppo guidato da Iratxe Garcia Perez, le sensibilità sono diverse. Francesi e tedeschi sono in trincea da giorni, gli spagnoli attendono prudenti l'evolversi della trattativa. Il Pd ha invece adottato una posizione di mezzo, che tiene conto anche dell'interesse nazionale. "L'Italia deve avere il riconoscimento che merita, ma proprio per questo è importante che si prosegua nel solco del programma europeista votato a luglio, e che adesso va attuato", ha spiegato il capodelegazione al Pe Nicola Zingaretti in un'intervista al Corsera.
Certo, per Fitto non sarà una passeggiata. La delega agli affari economici è sempre più lontana ma il portafoglio a Pnrr e alla coesione sembra confermato. Il punto è che, all'Eurocamera, a Fitto sarà chiesto uno smarcamento netto dalla linea di Giorgia Meloni in nome dell'ingresso in Commissione. "Non vedo problemi sulla sua candidatura", ha dal canto suo rassicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Non c'è solo il nodo Italia, tuttavia, a minacciare il cronoprogramma di von der Leyen. In Slovenia la commissione parlamentare che venerdì è chiamata ad avallare la candidatura di Marta Kos al posto di quella di Tomaz Vesel, è nelle mani di Sds, partito della famiglia popolare ma guidato da Janez Jansa, le cui posizioni sono da tempo vicine a quelle di Orban. E il cambio in corsa del candidato, su presunto pressing di von der Leyen a causa del tema delle quote rose, ha generato un malcontento bipartisan in Slovenia. Tanto che dalla delegazione socialista è stato chiesto l'accesso alla documentazione procedurale alla base del ritiro di Vesel e del subentro di Kos. Martedì è ormai vicino ma, allo stesso tempo, potrebbe essere lontanissimo. 

   

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