E' morta a 100 anni una delle
ultime superstiti della Shoah residenti nel Regno Unito, Lily
Ebert, deportata ventenne dai nazisti con la famiglia nel campo
di sterminio di Auschwitz-Birkenau nel 1944 e fino agli ultimi
anni testimone attiva della memoria dell'olocausto: in ultimo
anche nella ricerca di un soldato americano che l'aveva salvata
dalla "marcia della morte" organizzata dai tedeschi poco prima
della sconfitta finale.
Nata in Ungheria da una famiglia ebraica, Ebert si era poi
trasferita nel dopoguerra a Londra, dove è spirata centenaria
nella sua casa in un'area residenziale nella zona
nord-occidentale della metropoli. Decorata da re Carlo III con
l'ordine di Membro dell'impero britannico (Mbe), la donna è
stata elogiata dal sovrano per il servizio reso alle giovani
generazioni nell'educazione al ricordo della Shoah in tempi in
cui non mancano rigurgiti di antisemitismo risorgente. La sua
vicenda umana - ha scritto il pronipote Dov Forman su X nel dare
notizia della scomparsa - "ha toccato il cuore di centinaia di
milioni di persone nel mondo e ci ricorda l'importanza della
resistenza dello spirito di umanità e i pericoli di un odio
insensato". Lily Ebert è stata "una regina nella nostra grande
famiglia e la nostra eroina, una luce d'amore che ha continuato
a splendere dopo aver attraversato il buio", ha proseguito
Forman. Lascia due figli, 10 nipoti, 38 pronipoti e un
tris-nipote
Messaggi di cordoglio, oltre che dal palazzo reale, sono
giunti dalla comunità ebraica britannica, da esponenti della
società civile e di tutti i maggiori partiti del Regno. "Che
vita straordinaria e che esempio per tutti noi", l'ha omaggiata
sul suo profilo X, a nome del governo laburista di Keir Starmer
il ministro della Sanità, Wes Streeting, deputato eletto nel
collegio del sobborgo londinese in cui Ebert ha vissuto.
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