"La vergogna ha cambiato campo": nel giorno delle sentenze nel maxiprocesso sugli stupri di Mazan al Palazzo di Giustizia di Avignone, la Francia ed il mondo rendono omaggio a Gisèle Pelicot, 72 anni, divenuta icona planetaria della lotta alle violenze sessuali. Tra le prime a reagire all'annuncio della condanna a venti anni di reclusione per l'ex marito, Dominique Pelicot e degli altri 50 imputati in un processo considerato "storico" è stata la presidente dell'Assemblée Nationale, Yael Braun-Pivet: "Grazie per il suo coraggio Gisèle Pelicot. Attraverso di lei, si esprime oggi la voce di tante vittime, la vergogna ha cambiato campo, si infrangono i tabù. Da ora grazie a lei il mondo non è più lo stesso", ha scritto su X la presidente della Camera dei Deputati francese.
Ma gli omaggi superano ampiamente le frontiere nazionali della République: "La vergogna deve cambiare campo. Grazie, Gisèle Pelicot!", ha sottolineato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, lodando anche lui su X il "coraggio" della Pelicot per essere "uscita dall'anonimato" e "aver lottato per la giustizia". Gisèle ha dato "alle donne una voce forte in tutto il mondo. La vergogna è sempre dell'autore del reato", ha puntualizzato Scholz.
Seguito dai media di tutto il mondo, il caso ha suscitato particolare attenzione in Gran Bretagna: "Gisele Pelicot sarà per sempre il volto della dignità e della resilienza", ha twittato Jeremy Corbyn, aggiungendo che "il suo coraggio è davvero notevole e ha dato potere a milioni di donne in tutto il mondo". "Un'eroina femminista, il volto del coraggio", ha titolato il New York Times dopo il verdetto. "La nuova icona della Francia", per Die Zeit, mentre la Bbc annovera la Pelicot tra le 100 donne più influenti del 2025, assieme a Sharon Stone o alla Premio Nobel per la Pace 2018 Nadia Murad.
"Gisèle, le donne ti ringraziano", si legge nei cartelli incollati per strada ad Avignone, anche se in Francia non manca la delusione dei movimenti femministi per pene considerate troppo morbide nei confronti dei 51 imputati nel processo. Gisèle Pelicot ha "tenuto testa all'indicibile, non solo per lei, ma per tutte le donne troppo spesso condannate a tacere", ha scritto in una nota il Partito socialista, mentre la capa degli Ecologistes, Marine Tondelier, ha salutato "un processo storico che ha infranto i tabu nella società". "La cultura dello stupro viene finalmente denunciata e condannata", è il commento del segretario del Partito comunista Fabien Roussel, mentre il leader della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon ritiene che "la lotta di Gisèle sia quella della nuova Francia, femminista, alla conquista della propria dignità e dei suoi diritti".
A destra, l'esponente dei Républicains Valérie Pécresse ha espresso "infinito rispetto per Gisèle Pelicot, che è rimasta in piedi, degna e coraggiosa dinanzi ai suoi boia". Il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha omaggiato da parte sua il "coraggio" e la "dignità" di Pelicot, "che hanno commosso la Francia. Possa questo processo contribuire ulteriormente alla liberazione della parola, a beneficio di tutte le vittime", ha concluso il braccio destro di Marine Le Pen.
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