La mano dura annunciata dal
governo ultraliberista di Javier Milei contro proteste e
picchetti in Argentina non risparmia nessuno.
Dopo averla applicata con rigore negli ultimi mesi contro
movimenti sociali e 'piqueteros', a farne le spese questa volta
è stato anche uno sparuto gruppo di un centinaio di pensionati
che protestava ieri pomeriggio a Buenos Aires contro la
decisione del capo dello Stato di vietare un aumento delle
pensioni approvato in Parlamento.
"Ci hanno preso a manganellate e ci hanno spruzzato gas
urticante, è stata una follia", ha affermato uno degli anziani
che aveva aderito alla protesta convocata di fronte al palazzo
del Congresso dall'Unione dei lavoratori pensionati in lotta
(Utjl).
L'aumento delle pensioni passato la settimana scorsa con i
voti dell'opposizione prevede aggiornamenti automatici legati al
livello di inflazione oltre a un incremento immediato dell'8% a
compensazione del calo sofferto negli ultimi mesi.
Il governo, in minoranza in entrambe le Camere, afferma che
la riforma mette in crisi l'obiettivo equilibrio fiscale e che
gli aumenti rappresentano un aggravio di spesa equivalente
all'1,2% del Pil.
Lo stesso presidente Milei ha anticipato che farà uso della
facoltà di veto contro l'aumento. "L'equilibrio fiscale non è
negoziabile", ha detto.
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