Il parlamento di El Salvador,
controllato dalla maggioranza governativa, ha approvato
nell'ultima sessione plenaria dell'anno, con 57 voti favorevoli
e 3 contrari, la Legge generale sull'estrazione dei metalli,
nonostante l'opposizione delle organizzazioni ambientaliste e
della Chiesa cattolica. Per entrare in vigore non resta che la
firma del presidente Nayib Bukele e la sua pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale.
Dal 2017, El Salvador aveva vietato l'esplorazione,
l'estrazione, lo sfruttamento e la lavorazione, sia a cielo
aperto che sotterraneo, sostenendo che la restrizione era
necessaria per proteggere l'ambiente dall'inquinamento prodotto
da questa industria.
Per Bukele questo divieto era assurdo. Secondo lui, la
nazione possiede 50 milioni di once (1.400 tonnellate) d'oro,
per un valore di 131,5 milioni di dollari, e con questa
ricchezza ben gestita si potrebbe generare uno sviluppo
economico senza precedenti.
La nuova legge stabilisce che lo Stato "sarà l'unico
autorizzato a esplorare, sfruttare, estrarre e trasformare la
ricchezza naturale del Paese, prodotto dell'estrazione dei
metalli".
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