Il Consolato Generale d'Italia a
Lugano celebra il prossimo 16 settembre il centenario della
nascita del grande regista italiano Gianfranco de Bosio con uno
spettacolo teatrale nella prestigiosa cornice consolare della
Sala Carlo Cattaneo,
L'evento è proposto in collaborazione con il Comitato Nazionale
del Ministero della Cultura per il Centenario del Maestro de
Bosio e con la Banca Cornèr di Lugano, precisa un comunicato del
Consolato.
Con l'adattamento e la regia di Simone Toni, in cui attori,
già allievi del Maestro de Bosio al Piccolo Teatro di Milano,
proporranno un atto unico del "Ruzante" (Angelo Beolco, Padova
1500-1542) composto dalla "Prima Orazione per la nomina del
Cornaro (Cornèr) a Vescovo di Padova" e da "Il Parlamento de
Ruzante che iera vegnu' de campo".
Si tratta del primo evento teatrale nella serie nutrita di
manifestazioni celebrative, in corso in varie città italiane,
offerto "en premier" a Lugano a beneficio del pubblico svizzero
italiano .
Gianfranco de Bosio - ricorda il comunicato del consolato -
e' considerato universalmente come colui che, dopo molti studi
compiuti nel dopoguerra in Italia e in Francia, ha riportato
alla luce del palcoscenico l'opera fino ad allora negletta di
Angelo Beolco, di fatto riscoprendo il "Ruzante" come era: un
autore consapevole della creazione artistica che produceva, a
dispetto della falsa opinione rusticana che i letterati della
scuola ottocentesca avevano ideato.
All'atto unico seguira' la proiezione del film "La Betia,
ovvero in amore, per ogni gaudenza, ci vuole sofferenza" (1971),
regia di Gianfranco de Bosio, con Nino Manfredi, Rosanna
Schiaffino, Lino Toffolo, Mario Carotenuto, Franco Pesce, tratto
dall'omonima commedia "La Betia" di Angelo Beolco detto il
Ruzante.
Per i cento anni dalla nascita di Gianfranco de Bosio
(Verona, 1924 - Milano, 2022) il suo archivio personale e'
stato versato alla Fondazione Giorgio Cini, entrando a far parte
del patrimonio documentale dell'Istituto per il Teatro e il
Melodramma.
Con le carte e i materiali di de Bosio, «l'Istituto
per il Teatro e il Melodramma può vantare un corpus di documenti
unico nel suo genere - spiega la direttrice Maria Ida Biggi che
presiede anche il Comitato nazionale - Qui sono conservati la
memoria e il lavoro di un'intera generazione di artisti: gli
studiosi e gli appassionati hanno a disposizione la più completa
documentazione per poter ricostruire e raccontare un pezzo
fondamentale del teatro e del cinema del secondo Novecento
italiano».
L'evento luganese e' stato ispirato - precisa il Console
generale italiano Gabriele Meucci - dalla prima regia
radiofonica dell'allora 23enne Gianfranco de Bosio, che fu
proprio a Lugano, a Radio Monteceneri, nel 1947 con una lettura
delle Coefore di Eschilo, insieme a Diego Valeri, nella
traduzione di Manara Valgimigli.
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