"Credo che l'esito delle urne a
Washington abbia portato un certo grado di sollievo da un lato e
una certa preoccupazione dall'altro a Mosca. Perché se è vero
che della Harris si temevano gli eccessi oltranzisti è
altrettanto vero che è ben chiara nella percezione russa
l'inizio della prima presidenza Trump, una presidenza non facile
nei confronti di Mosca. La Russia è in attesa di capire cosa
succederà sulle rive del Potomac. Il presidente eletto Trump ha
fatto comprendere che la logica transazionale che lo ha sempre
guidato troverà applicazione anche nel caso del conflitto
ucraino e quindi è evidente che da parte del Cremlino ci si
attende della pressione". Lo ha detto parlando con l'ANSA ai
margini della riunione degli ambasciatori alla Farnesina
l'ambasciatrice d'Italia a Mosca Cecilia Piccioni.
"Io credo che i recenti avvenimenti siriani dimostrino
chiaramente come l'Ucraina sia l'unica vera partita che Mosca
non può permettersi di perdere e quindi credo che il vero 'game
changer' sarà trovare una quadra per salvare la faccia a chi in
questo momento perde 1.900 uomini al giorno sul campo", ha
osservato.
"Io credo che, come il ministro Tajani ha detto oggi in modo
chiaro, le stelle polari dell'azione italiana siano l'atlantismo
e l'Unione Europea, quindi io penso che questa unità del fronte
occidentale, che Mosca non pensava di dover fronteggiare, verrà
mantenuta. E non dimentichiamo che l'ampliamento dell'arco di
crisi da Tel Aviv a Taiwan, passando per Damasco e per Seul, non
aiuta Mosca. Credo che l'Europa abbia un ruolo importantissimo
da svolgere, un ruolo da protagonista. Con l'arrivo di Trump a
Washington, forse il grande vantaggio sarà quello di vedere
tempi più certi per quel che concerne la conclusione del
conflitto, che tutti auspichiamo sia prossima e credo non si
possa prescindere dalla necessità di tornare a parlarsi", ha
concluso Piccioni.
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