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Vertice Italia-Santa Sede Il debutto di Mario Draghi

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Vertice Italia-Santa Sede Il debutto di Mario Draghi

Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin: 'Il governo ridia speranza al Paese'

ROMA, 01 marzo 2021, 17:49

Redazione ANSA

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Sergio Mattarella e Mario Draghi a Palazzo Borromeo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio Mattarella e Mario Draghi a Palazzo Borromeo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sergio Mattarella e Mario Draghi a Palazzo Borromeo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"C'e stato un confronto ampio, sereno e franco su tutti i temi, dalla famiglia alla scuola. Clima davvero molto costruttivo". Le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sintetizzano all'uscita lo svolgimento del primo summit bilaterale Italia-Santa Sede in tempi di Covid, il primo anche che ha visto il premier Mario Draghi partecipare al tradizionale evento a Palazzo Borromeo per la ricorrenza dei Patti Lateranensi. "E' stato un confronto sereno, con la volontà di riportare al centro la famiglia", gli fa eco il cardinale segretario Pietro Parolin, che manifesta così la soddisfazione della Santa Sede. "Abbiamo anche parlato delle grandi questioni mondiali, della Presidenza italiana del G20". Nello svolgimento e nei contenuti, quest'anno l'emergenza-Covid fa premio su tutto il resto. Sparisce il consueto ricevimento, che l'ambasciatore presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, sostituisce con una mostra di artisti contemporanei e designer, visitata dalle due delegazioni al termine del vertice e dell'evento celebrativo. Tutti, nelle due rappresentative di Italia e Vaticano, sono rigorosamente in mascherina. Al suo arrivo, Bassetti, che oltre che di Perugia è arcivescovo di Città della Pieve, è accolto da Draghi e gli esclama: "siamo concittadini!", alludendo alla residenza del premier nella cittadina umbra, in frazione Moiano.

Nel salone dell'Ambasciata sono tutti seduti ben distanziati. Il presidente della repubblica Sergio Mattarella e il cardinale Parolin sono disposti uno di fianco all'altro, mentre su un lato della stanza c'è il presidente della Cei, Bassetti, e il segretario generale mons. Stefano Russo, e sull'altro i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, il presidente del Consiglio Draghi, quello della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. Nel corso dell'incontro, fuori del Salone principale, anche fitti e cordiali colloqui a tu per tu, sempre in mascherina, tra Mattarella e Parolin, con accanto il ministro degli esteri Luigi Di Maio, e tra lo stesso Mattarella e Bassetti. Tra gli altri ministri presenti, Patrizio Bianchi (istruzione), Elena Bonetti (famiglia), Roberto Speranza (salute).

"La conversazione è stata molto serena - commenta al termine Parolin - è stato presentato il piano di azione del governo che ci ha trovato molto attenti soprattutto nella volontà di riportare al centro la famiglia e di sostenerla con adeguate politiche familiari". "Noi abbiamo sottolineato l'apporto etico della Santa Sede - aggiunge - che è quello di natura etica e di avere un approccio diverso anche sui temi ambientali. Noi pensiamo che il nostro contributo sia sul piano di educazione e su un nuovo stile di vita. Il confronto ci lascia fiduciosi". "Abbiamo parlato di tutti i problemi di maggiore urgenza in questo momento a cominciare dalla famiglia, la scuola, i giovani, i rapporti fra le istituzioni. Il clima è stato buono e costruttivo - ribadisce Bassetti -. C'è stata convergenza su tutti gli argomenti, anche su quelli di politica estera, che sono i più complessi, anche sulle migrazioni. C'è stato davvero uno scambio sereno e aperto. Abbiamo sottolineato i problemi comuni di questa pandemia". Quindi parlando del Covid, sottolinea: "Siamo in una condizione surreale. Delle volte mi sveglio la mattina e penso sia stato un brutto sogno. Sono ottimista, bisogna che portiamo una grande speranza per far capire che la notte è lunga ma che l'alba viene come dice la sentinella di Isaia. Sta anche a noi costruirla con un impegno fattivo. Soprattutto pensando ai giovani che sono i più smarriti per via di tutte le chiusure della pandemia. Non è il tempo di pensare a noi, ma come dice il Papa di essere il samaritano che si china dove c'è bisogno di curare un ferito".

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