Al suo arrivo in Senato coglie tutti di sorpresa: Papa Francesco, dopo avere recitato l'Angelus a Piazza San Pietro, è salito sulla 500 per attraversare il centro di Roma fino a Palazzo Madama e rendere omaggio, poco dopo le 13, al "servitore della patria", al presidente emerito, ma soprattutto all'amico Giorgio Napolitano.
Un legame che era nato quando il presidente era al Quirinale: scambi di visite e telefonate ma soprattutto un lungo rapporto di stima reciproca. Per questo Papa Francesco, dopo un'intensa e faticosa visita a Marsiglia, dalla quale era rientrato ieri in tarda serata, decide che non bastano le parole del telegramma che aveva inviato alla moglie Clio dalla cittadina francese.
Vuole testimoniare la sua vicinanza che per Bergoglio è lo stile di Dio: "vicinanza, compassione, tenerezza", come ama ripetere e come ha dimostrato anche oggi.
Una visita rapida, silenziosa, senza tanti protocolli. Arriva in sedia a rotelle ma per rendere omaggio a Napolitano si fa forza: si alza e lascia anche per qualche istante il bastone.
Nessun gesto religioso, nessuna benedizione per rispettare la scelta della famiglia dell'ex presidente che ha voluto una commemorazione laica. Il Papa per prima cosa fa le condoglianze alla signora Clio, anche lei sulla sedia a rotelle, e ai figli di Napolitano. Poi, davanti al feretro, in segno di rispetto si porta la mano al cuore; infine un lungo silenzio nel quale non è difficile immaginare che abbia pregato.
"Un ricordo e un gesto di gratitudine a un grande uomo, servitore della patria", lascia scritto nel libro delle dediche.
Anche il Vaticano a stretto giro fa sapere che Papa Francesco si è recato alla camera ardente "per esprimere, con la presenza e la preghiera, il suo personale affetto a lui e alla famiglia, e per onorare il grande servizio reso all'Italia".
E' un riconoscimento, quello del Papa, allo statista, che era comunista ma anche europeista, che interpretava la politica con il rigore di una volta ma anche con una spinta riformista; era non credente ma allo stesso tempo interessato al mondo cattolico. Napolitano dunque persona aperta al dialogo tra culture e modi di pensare diversi: esattamente quello che Papa Francesco chiede da dieci anni alla sua Chiesa.
La visita a sorpresa del Papa emoziona il Presidente del Senato Ignazio La Russa: "E' la prima volta che un Pontefice entra nella sede del Senato di Palazzo Madama", "è stato per noi un grande onore". "E' stato affettuosissimo", riferisce ai cronisti.
D'altronde, per il Papa argentino, Napolitano era tra "i grandi dell'Italia". Lo aveva detto nel 2016 facendo un brevissimo elenco delle personalità italiane che lo avevano colpito: insieme a Napolitano citò Emma Bonino e l'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini. Del presidente sottolineava "il gesto di eroicità patriottica", quando aveva accettato l'incarico per la seconda volta.
La prima stretta di mano tra Bergoglio e Napolitano ci fu il 19 marzo 2013, a margine della messa inaugurale del pontificato.
L'8 giugno dello stesso anno la visita del Capo dello Stato in Vaticano, ricambiata da Francesco qualche mese dopo, il 14 novembre, quando fu lui a recarsi al Quirinale. Un anno dopo, il 21 novembre 2014, Napolitano si recò a Casa Santa Marta per un incontro, questa volta privato, con Papa Francesco, che durò 80 minuti. Ma in mezzo tanti messaggi, auguri, telefonate, in un clima di stima e cordialità.
Napolitano aveva avuto un rapporto molto intimo anche con Benedetto XVI; era nella strettissima cerchia di persone alle quali Ratzinger aveva confidato la volontà di dimettersi. "Era molto provato e consapevole di una fatica difficilmente sostenibile", raccontò lo stesso presidente quello storico 11 febbraio del 2013, quando Papa Benedetto annunciò la sua rinuncia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA