Per consolidare lo smart working nell'era post-Covid bisogna investire sul capitale umano e ripensare i modelli organizzativi e di leadership, in modo da ridisegnare una nuova normalità ibrida con un mix tra lavoro virtuale e in presenza. Lo afferma Laura Di Raimondo, direttore Assotelecomunicazioni-Asstel (l'associazione di categoria che nel sistema di Confindustria rappresenta la filiera delle telecomunicazioni) nel corso del webinar 'Leadership e gestione remota nella nuova impresa digitale', organizzato da Confindustria Digitale e Luiss Business School.
"Una volta superato il momento dell'emergenza - dice Di Raimondo - dovremo investire sempre di più sulle persone, sui nuovi modelli organizzativi, di leadership e soprattutto sullo sviluppo delle competenze a partire dalle soft skills, come la capacità di lavorare in squadra e di comunicare, che in questa fase sono state essenziali".
Secondo il direttore di Asstel bisogna progettare ora, con una visione a medio lungo termine, una nuova normalità 'ibrida', con un mix tra virtuale e in presenza. "Dovremo normalizzare ciò che in questa fase abbiamo gestito in fase emergenziale, ad esempio gestendo meglio i tempi di vita lavorativa e familiare. Gli strumenti per farlo sono una legislazione leggera (ma certa) e dare spazio alla contrattazione collettiva di anticipo".
Durante il lockdown le reti di telecomunicazione sono state la spina dorsale dell'Italia su cui abbiamo riversato tutta la nostra attività familiare, professionale e sociale, "ma ci siamo accorti che il Paese si è diviso in due, tra chi aveva accesso alle infrastrutture digitali e chi no. Per questo - conclude Di Raimondo - se vogliamo che il Paese riprenda a correre dobbiamo dare pari opportunità digitali a tutti i cittadini".
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ASSTEL