"Siamo sempre stati la categoria
degli invisibili, e questa fregatura del Cura Italia lo conferma
ancora di più: noi insegnanti sportivi, dico quelli che lo fanno
per lavoro, quei 600 euro non li vedremo mai....". E' uno sfogo
amaro quello di Manuela Colombo, istruttrice fitness, una figura
divenuta familiare negli anni a milioni di italiani. Ora, non
riesce a nascondere tutta la "delusione" per le modalità di
accesso al contributo straordinario varato dal governo
nell'emergenza coronavirus, che per i collaboratori sportivi
fissano un paletto di 10 mila euro di reddito annuo
"Insegno pilates, aquagym, funzionale da 25 anni, e lo faccio
per lavoro, in tre palestre di Milano - racconta all'ANSA - Se
guadagni meno di 10 mila euro, non ci vivi: o hai un marito che
lavora o sei uno studente con mamma e papà che ti mantengono.
Magari hai preso un brevettino per insegnare tre ore di yoga a
settimana. oppure dichiari 6 mila euro e il resto sottobanco. Io
invece, divorziata e con un figlio, lavoro sei giorni a
settimana, e lo faccio per vivere, pagare l'affitto e le
bollette. Non vedrò un euro, già lo so...". Insomma, la soglia
dei 10 mila euro e' una discriminazione e un controsenso, la sua
convinzione. "Guadagno attorno a 15 mila euro l'anno - racconta
- perche' sotto quella soglia non puoi vivere. Farò la domanda,
ma gia' so che i soldi per me e per tutti i colleghi che
lavorano non ci saranno. Cosa faccio ora, vado in piazza da
sola? Il prossimo anno le tasse non le pago, anche perche' con
le chiusure attuali ai 10 mila non ci arriverò neanche io, nel
2020
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