"L'Aia è in ottima salute, la
rinuncia al 2% rappresenta la riaffermazione del nostro ruolo
terzo all'interno della federazione, un 2% che ci ha portato più
problematiche che benefici trasformando la nostra associazione
da tecnica a politica. Una rinuncia che ci ha dato
quell'autonomia inseguita e sognata e ora realtà, aprendo nuovi
orizzonti per ambire a nuove risorse esterne per la formazione
dei nostri ragazzi e ragazze". Sono queste le parole di Carlo
Pacifici, presidente uscente dell'Aia, durante l'assemblea
elettiva in corso a Roma. Pacifici, poi, ricorda come non sia
"un momento facile per la violenza, non bastava osservare ma
serviva agire. Ci siamo fermati per la prima volta nella storia,
manifestando per dire basta. Volevamo smuovere le coscienze per
salvaguardare il nostro futuro. Le iniziative attuate stanno
smuovendo le coscienze e il Parlamento ha deciso di varare un
decreto legge che salvaguardasse i direttori di gara, con il
ministro Abodi che ha annunciato la predisposizione di una legge
tutelando gli arbitri e assegnando loro uno status con modalità
simili ai pubblici ufficiali", prosegue. Infine Pacifici
sottolinea come abbia vissuto "momenti di grande gioia,
alternati a momenti di assoluta amarezza e indignazione, conditi
da insulti, aggressioni e persino inseguimenti. Molti mi hanno
consigliato di desistere, ma in me non c'è stata mai la
tentazione di fare un passo indietro" perché, spiega ancora,
"non volevo offrire su un piatto d'argento l'opportunità ai
nostri affezionati denigratori di sparare ancora una volta sulla
nostra comunità arbitrale".
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