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Tour: il premio 'Vignoli' al primo italiano domenica a Bologna

Tour: il premio 'Vignoli' al primo italiano domenica a Bologna

Intitolato al ciclista che vinse una tappa sui Pirenei nel 1934

BOLOGNA, 25 giugno 2024, 11:36

Redazione ANSA

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Alfredo Vignoli, bolognese, il 21 luglio 1934 vinse la sedicesima tappa del Tour de France, che si concluse a Luchon. Un trofeo intitolato a lui sarà consegnato 90 anni dopo da Davide Gubellini e Stefano Zammartini, presidenti di due associazioni, Unvs e Anaoai, Veterani e Azzurri d'Italia, al primo italiano classificato nella tappa di domenica prossima, 30 giugno, che si concluderà proprio a Bologna, nell'anno della storica partenza italiana della Grande Boucle.
    Vignoli era figlio di un ciclismo glorioso, polveroso, massacrante, quello degli anni Trenta. Nato nel dicembre del 1907 nel comune di Pradure e Sasso (che solo nel 1935 venne denominato Sasso Marconi, in onore dell'inventore italiano) faceva il muratore. Scoprì la vocazione nel 1931, all'età di 24 anni. Non era un campione, ma un ciclista eccellente, abbonato a piazzamenti di prestigio nelle classiche e nelle gare più importanti. Scalatore, onesto e leale con i suoi capitani, fu conteso come gregario di lusso dai campioni dell'epoca: Learco Guerra e Alfredo Binda, vincitore di cinque Giri d'Italia.
    Divenne professionista nel 1933 e l'anno dopo visse la sua stagione d'oro, quando si iscrisse al Giro d'Italia da 'isolato', non potendo contare su una squadra. Vinse la tappa Napoli-Bari, arrivando solitario al traguardo dopo una fuga di 160 chilometri con 11 minuti di vantaggio sul secondo e concluse la corsa, vinta da Guerra, all'ottavo posto in classifica. Si guadagnò così la convocazione al Tour, dove partecipavano le squadre nazionali e dopo una serie di piazzamenti arrivò la vittoria: scappò in salita, nonostante una caduta che gli aveva procurato una ferita all'avambraccio sinistro e una crisi intestinale, trionfando sui Pirenei.
    Conclusa la carriera, si è dedicato all'officina di biciclette aperta a Casalecchio di Reno dal 1935. Morto a 89 anni, nel 1996, Alfredo rivive oggi nel mito di quella grande vittoria, dei sette Giri d'Italia e dei sette Tour corsi.
   
   

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