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Camera, stop all'obbligo del rinvio pena per le detenute madri

Camera, stop all'obbligo del rinvio pena per le detenute madri

Ci sarà relazione annuale sull'attuazione delle misure cautelari

ROMA, 12 settembre 2024, 12:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'Aula della Camera ha approvato l'articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l'anno. Bocciati gli emendamenti delle opposizioni, approvato quello dei relatori che prevede che ogni anno il governo presenti una relazione sulla attuazione delle misure cautelari nei confronti delle donne incinte e delle madri con figli di età inferiore a tre anni. A fronte di questo emendamento, FI ha ritirato la sua proposta emendativa che, invece, puntava a ripristinare l'obbligo di differimento della pena per le madri con figli fino a un anno.
    Presente in Aula durante la votazione il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. L'articolo è stato approvato con 163 voti favorevoli, 116 contrari e 2 astenuti. La proposta emendativa, subemendata da FI, che è stata approvata dall'Aula prevede che "entro il 31 ottobre di ciascun anno il governo presenta al Parlamento una relazione sulla attuazione delle misure cautelari e dell'esecuzione delle pene non pecuniarie nei confronti delle donne incinte e delle madri di prole di età inferiore a tre anni". Una delle critiche più ripetute dai banchi delle opposizioni, e tra gli altri dalla responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani è che "la relazione" annuale "è già prevista". Molto numerosi gli interventi, fortemente critici da parte della minoranza parlamentare durante la discussione. Riccardo Magi (+E), poco prima del via libera ha rivolto un "appello accorato a Nordio a non oltrepassare almeno il divieto, finora stabilito, di ingresso in carcere di bambini piccolissimi. Gli Icam sono sempre strutture detentive.
    Ministro, fermatevi". "Nemmeno il fascismo osò tanto, come potete? Un'umiliazione per chi ha a cuore lo stato di diritto, un errore grave contro cui continueremo a batterci", l'accusa del dem Federico Gianassi.
   

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