"Ci sarà il tempo di guardare
indietro e appurare le responsabilità, come è avvenuto dopo la
pandemia di Covid 19. Ma ora è necessario orientare gli sforzi
al colossale compito che abbiamo davanti, mantenere il nostro
Paese unito nell'avversità e nella solidarietà". E' l'appello
lanciato dal premier spagnolo Pedro Sanchez dal Palazzo della
Moncloa nella gravissima crisi provocata dall'alluvione che ha
causato finora 211 morti e un numero indefinito di dispersi.
"In questo momento centinaia di persone stanno cercando i
loro familiari dispersi e decine di famiglie stanno piangendo i
loro cari defunti. A tutti loro va il nostro profondo affetto",
ha detto Sanchez che, come all'inizio della crisi, ha assicurato
che "il governo spagnolo mobiliterà tutte le risorse necessarie
per tutto il tempo che ci vorrà per superare questa tragica
situazione". Il premier ha invitato a "lasciare da parte i
contrasti" per il momento, in riferimento alle polemiche sui
ritardi nei soccorsi e, prima, nel rilanciare l'allerta rossa
alla popolazione della Dana in arrivo dopo le critiche riversate
sul governo regionale guidato da Carlos Mazon, del Partito
Popolare, in coalizione con il partito ultraconservatore Vox,
negazionista del cambiamento climatico.
"Non si tratta ora del fatto che l'amministrazione dello
Stato sostituisca l'amministrazione regionale", ha detto il capo
del governo. "Ora bisogna sostenere l'amministrazione regionale
con risorse e altro". Sanchez ha spiegato che l'esecutivo sta
operando su 5 priorità, la prima delle quali "è salvare vite". E
ha fatto sapere che nelle ultime 48 ore sono stati mobilitati a
Valencia oltre 2.500 militari, 1.800 agenti di polizia e 2.700
agenti della guardia civile, assieme a gruppi di salvataggio
specializzati in attività sub "per soccorrere i sopravvissuti,
garantire la sicurezza e ristabilire la normalità nelle strade".
Nei soccorsi sono impegnati 400 veicoli specializzati, 30
elicotteri e una cinquantina di droni e imbarcazioni, che hanno
realizzato 4.800 salvataggi, soccorso 30mila persone in case,
su strada e in veicoli inondati. Mezzi tuttavia insufficienti di
fronte alle dimensioni della catastrofe e per far arrivare
ovunque gli aiuti e soccorrere tutti "nelle case e nei garage
ancora bloccati dalle inondazioni". Per cui, il governo
"procederà immediatamente" all'invio di altri 5.000 soldati
dell'esercito richiesti dal governatore Mazòn. E di "una nave
anfibia della Marina militare dotata di sale operatorie e una
flotta di veicoli in appoggio che arriveranno nelle prossime ore
al porto di Valencia". Assieme ad altri 5.000 agenti delle forze
di sicurezza, che in totale raggiungeranno le 10.000 unità.
Il premier ha infine ribadito di aver detto sin dal primo
momento al governo regionale di Valencia che "se ha bisogno di
più uomini, mezzi, finanziamenti o consulenza tecnica non ha che
da chiederlo".
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