Il Mic di ottobre 2024, il Misery
Index Confcommercio, si è confermato ai minimi storici raggiunti
il mese precedente attestandosi a 8,8. Il dato è sintesi di una
lieve riduzione della disoccupazione estesa scesa al 6,4% e di
un aumento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi
ad alta frequenza d'acquisto (1% dallo 0,5% del mese
precedente).
A ottobre, sulla base delle risultanze della rilevazione
continua sulle forze di lavoro, si registra un aumento di 47mila
occupati su settembre associato a una flessione delle persone in
cerca di lavoro di 58mila unità sul mese precedente. Queste
dinamiche hanno portato il tasso di disoccupazione ufficiale al
5,8%, eguagliando il minimo di aprile 2007. Anche nel mese di
ottobre a queste dinamiche si è associata, in linea con quanto
rilevato nell'ultimo anno, una crescita degli inattivi (+28mila
sul mese, +378 su base annua). Il dato comincia a sollevare
qualche timore in considerazione del fatto che la tendenza ad
uscire dal mondo del lavoro interessa principalmente la
componente femminile e le fasce d'età tra i 15-24 anni e 35-49
anni.
Nello stesso mese si stima una contenuta riduzione delle unità
di lavoro standard (Ula), destagionalizzate, interessate dalle
diverse forme d'integrazione salariale. Il combinarsi di queste
dinamiche ha comportato una riduzione del tasso di
disoccupazione al 6,4%.
L'inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza
d'acquisto, dopo aver raggiunto il minimo nel mese di settembre,
ha mostrato un'accelerazione attestandosi a ottobre all'1,0%.
Tendenza che, sulla base delle prime stime, dovrebbe essere
proseguita anche a novembre mese nel quale la variazione su base
annua è valutata al +1,4%.
In questo contesto permangono i timori sulla tenuta, nei
prossimi mesi, del MIC ai livelli attuali, comunque
eccezionalmente favorevoli. La moderata dinamicità
dell'economia, con molteplici segnali di difficoltà soprattutto
nel manifatturiero, se protratta, rischia di portare ad un
deterioramento del mercato del lavoro. A questo si potrebbero
aggiungere modesti rialzi sul versante dei prezzi dei beni ad
alta frequenza d'acquisto. Ciò potrebbe ostacolare le famiglie
nel ritorno a comportamenti di consumo più favorevoli.
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