Torna il pericolo di siccità al Nord
mentre il Sud resta in emergenza.
Se dal punto di vista idrico qualche notizia confortante
arriva da Basilicata e Sicilia, su gran parte della Penisola la
carenza di piogge a Novembre (mese fondamentale per la ricarica
degli acquiferi) riaccende le preoccupazioni per un ritorno
della siccità in quelle zone dell'Italia settentrionale, che
quest'anno hanno beneficiato di precipitazioni abbondanti,
spesso sotto forma di dannosi nubifragi (1624 secondo ESWD-
European Severe Weather Database).
A segnalarlo è il report settimanale dell'Osservatorio Anbi
sulle risorse idriche.
Secondo i dati dell'Osservatorio Siccità del Cnr (Consiglio
Nazionale Ricerche) a Novembre, in Italia, circa il 43% dei
territori è stato sottoposto a condizioni di siccità
severo-estrema, coinvolgendo oltre il 63% della popolazione,
colpendo maggiormente quelle regioni del Nord Italia, ricche
d'acqua dopo oltre un anno e mezzo di clima particolarmente
umido: Emilia-Romagna (92% di territorio coinvolto e -75% di
pioggia), Veneto (85% di territorio e deficit del 93%),
Lombardia (72% di territorio e carenza del 92%) mentre, tra le
regioni meridionali già in sofferenza idrica, quelle penalizzate
anche da siccità novembrina sono state Puglia (43% del
territorio), Calabria (41%), Sardegna (40%).
"Preoccupa che l'Italia idrica stia anticipando una tendenza
simile al siccitosissimo 2022 con l'aggravante di un Centro-Sud
già ora in difficoltà. Se il trend meteorologico dovesse
persistere, avremo di che rimpiangere la tanta acqua rilasciata
a mare per assenza di bacini destinati alla raccolta" segnala
Francesco Vincenzi, presidente dell'associazione Nazionale dei
Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque
Irrigue (Anbi).
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